Rinnovabili

Post pandemia: solo il 2% degli investimenti è destinato alle energie pulite

Secondo il Sustainable Tracker della Iea il ritardo appare particolarmente evidente nei Paesi in via di sviluppo, rischiando di compromettere gli sforzi in materia di contenimento delle emissioni

Pubblicato il 30 Lug 2021

Una percentuale troppo bassa degli investimenti a livello globale nel post pandemia sono destinati al contenimento delle emissioni di CO2 : questo l’allarme che è stato lanciato dalla Iea, l’Agenzia internazionale dell’energia,  secondo il suo recente Sustainable Recovery Tracker.  Secondo l’Agenzia, infatti, gli investimenti – sia pubblici che privati –  mobilitate in tutto il mondo dai piani di risanamento sono ben al di sotto di quanto necessario per raggiungere gli obiettivi climatici internazionali. In particolare, dei circa 16 trilioni di dollari in sostegni fiscali di varia natura mobilitati dai Governi di tutto il mondo durante la pandemia di Covid-19, appena il 2% del totale è stato destinato al sostegno alle fonti rinnovabili. “Da quando è scoppiata la crisi di Covid-19, molti governi hanno parlato dell’importanza di ricostruire meglio per un futuro più pulito. Nonostante le maggiori ambizioni climatiche, l’importo dei fondi per la ripresa economica spesi per l’energia pulita è solo una piccola parte del totale”, ha affermato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’AIE. Queste carenze sono particolarmente evidenti nelle economie emergenti e in via di sviluppo, molte delle quali affrontano particolari sfide di reperimento delle risorse necessarie.

Al momento dunque, non appaiono rispettate le indicazioni del Piano di ripresa sostenibile presentato dalla stessa Iea all’inizio della pandemia , che raccomandava di spendere 1.000 miliardi di dollari a livello globale in misure per l’energia pulita. Secondo il Piano – sviluppato in collaborazione con il Fondo Monetario Internazionale – questa spesa avrebbe dato impulso alla crescita economica globale, creando milioni di posti di lavoro e mettendo il mondo sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. La situazione attuale, al contrario, appare tutt’altro che confortante: secondo gli attuali piani di spesa per la ripresa dei governi, le emissioni globali di anidride carbonica (CO2) sono destinate a salire a livelli record nel 2023 e continuare ad aumentare negli anni successivi. Rendendo molto complicata la strada verso un azzeramento delle emissioni al 2050, obiettivo indicato anche dalla stessa Iea nella sua recente Global Roadmap to Net Zero .

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