Cambiamento Climatico

Rinnovabili: alla COP28 si punterà a triplicare la capacità globale entro il 2030

La richiesta arriva da un documento congiunto redatto dalla presidenza degli Emirati Arabi Uniti alla COP28, dall’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) e la dalla Global Renewables Alliance

Pubblicato il 04 Nov 2023

La COP28 si avvicina (l’inizio della conferenza sul clima è in programma per il 30 novembre, qui lo speciale di ESG360.it) e in queste settimane si moltiplicano gli sforzi per evitare il sostanziale fallimento che ha caratterizzato l’edizione dello scorso anno. In particolare nei giorni scorsi la presidenza degli Emirati Arabi Uniti alla COP28, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) e la Global Renewables Alliance hanno esortato i governi a triplicare la capacità di energia rinnovabile entro il 2030, nell’ambito degli sforzi per impedire che il riscaldamento globale superi 1,5 gradi Celsius, così come stabilito dall’Accordo di Parigi del 2015.

Se non si interverrà rapidamente per ridurre le emissioni di CO2, secondo gli scienziati la Terra supererà la soglia di 1,5°C già nel prossimo decennio, amplificando i gravissimi effetti del cambiamento climatico su persone, fauna ed ecosistemi. Più precisamente, secondo le tre organizzazioni la capacità di energia rinnovabile deve “raggiungere più di 11.000 GW” entro il 2030. Il rapporto chiede anche di raddoppiare l’efficienza energetica, sollecitando obiettivi con tempi specifici, quadri normativi forti, incentivi finanziari e campagne di sensibilizzazione.

Il Direttore Generale dell’IRENA, Francesco La Camera, ha evidenziato “La nostra missione è tanto chiara quanto urgente: abbiamo bisogno di un’azione concertata per triplicare la capacità di energia rinnovabile entro il 2030. Ciò include la necessità di affrontare urgentemente le barriere sistemiche profondamente radicate nelle infrastrutture, nelle politiche e nelle capacità istituzionali derivanti dal era dei combustibili fossili. Il World Energy Transitions Outlook dell’IRENA , che fornisce il fondamento analitico di questo rapporto, avverte che la transizione energetica è pericolosamente fuori strada e richiede un’azione collettiva immediata e radicale. Questo rapporto delinea le azioni a cui i governi devono dare priorità per accelerare la transizione energetica globale”.

Gli ostacoli

Di per sè l’obiettivo degli 11.000 GW non è impossibile: 20 delle maggiori economie globali, tra cui Cina, Stati Uniti e India, hanno concordato lo scorso settembre di proseguire gli sforzi per triplicare la capacità globale di energia rinnovabile entro il 2030.

Tuttavia, trovare un accordo tra i quasi 200 Paesi che partecipano alle riunioni della COP28 non sarà facile. Le nazioni europee e gli Stati vulnerabili al clima sostengono che non sia sufficiente aumentare l’energia pulita, se non si interviene anche per eliminare le fonti di energia inquinante che stanno causando il cambiamento climatico. Secondo queste nazioni capofila, un accordo sulle energie rinnovabili alla COP28 deve essere abbinato all’impegno di eliminare gradualmente i combustibili fossili che emettono alti livelli di CO2, a partire naturalmente dal carbone. Si tratta di un impegno che tuttora incontra la resistenza dell’Arabia Saudita, della Russia e di altre economie che dipendono dai combustibili fossili.  “Non basta avere l’obiettivo delle energie rinnovabili per definire la COP un successo”, ha dichiarato il responsabile della politica climatica dell’Unione Europea, Wopke Hoekstra, durante un recente evento.

A guidare i colloqui della COP28 sarà il sultano degli Emirati Arabi Uniti Sultan al-Jaber, una scelta che – ha ricordato l’agenzia Reuters – ha attirato in passato le critiche di alcuni legislatori statunitensi e dell’UE, nonché degli ecologisti in quanto si tratta del capo del gigante petrolifero statale ADNOC.

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