Ricerche

La riorganizzazione della filiera legno-energia può abbattere l’import di gas

Un position Paper mette in evidenza come circa un settimo del’import di gas nazionale potrebbe essere evitato con un migliore sfruttamento delle biomasse

Pubblicato il 11 Ago 2023

La filiera agroforestale italiana potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nella riduzione dell’import di gas naturale nel paese. Una necessità, come noto, particolarmente stringente dopo la crisi energetica e lo stop al gas di provenienza russa. Lo rivela un position paper pubblicato dal Gruppo di lavoro temporaneo coordinato da AIEL, Associazione italiana energie agroforestali e recentemente pubblicato sul sito del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
In particolare, il documento mette in evidenza che un utilizzo efficiente e a cascata delle biomasse forestali consentirebbe di aumentare il valore prodotto dai boschi italiani e di stabilizzare la filiera locale e nazionale del legno, limitando le importazioni estere.

Il punto di partenza è che attualmente solo il 15,3% della superficie forestale italiana è soggetto a piani di gestione forestale, con un tasso di prelievo forestale molto inferiore alla media europea. Questa situazione – secondo il position paper – comporta una forte dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di legno, legname per l’industria e biocombustibili legnosi. Inoltre, nonostante l’Italia abbia settori industriali solidi e competitivi su scala internazionale legati ai prodotti a base di legno e cellulosa, la domanda di materie prime legnose e biocombustibili non è oggi soddisfatta dalle risorse forestali nazionali. Un altro dato rilevante è che circa il 70% del legname prelevato in Italia è destinato alla produzione di legna da ardere, minimizzando tutte le possibili alternative, a partire da quella energetica.

I benefici della riorganizzazione della filiera

Al contrario, l’organizzazione di una efficiente filiera legno-energia permetterebbe di valorizzare la biomassa legnosa proveniente in particolare dalla manutenzione degli alvei fluviali, dalla messa in sicurezza della rete stradale e della rete elettrica, contribuendo inoltre alla prevenzione del dissesto idrogeologico e del rischio incendi.  Il maggiore beneficio da un punto di vista energetico, sarebbe quello di evitare l’importazione di oltre 10 miliardi di metri cubi annui di gas naturale, ovvero circa un settimo dei volumi attuali (72 miliardi di metri cubi nel 2022). 

In quest’ottica il documento propone di dare vita a una visione condivisa tra i soggetti che compongono la filiera foresta-legno-energia, delineando i principi e i modelli da adottare per un utilizzo corretto e sostenibile delle biomasse forestali. Tutto questo potrebbe contribuire all’economia delle aree interne e montane del paese, nonché al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e produzione di energia da fonti rinnovabili.

“Le biomasse legnose provenienti da gestione forestale sostenibile – commenta Annalisa Paniz, Direttrice generale di AIEL – consentono di diversificare le fonti per la sicurezza energetica del Paese oltre a contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione europea. La produzione di calore e di energia elettrica in cogenerazione ad alto rendimento da biomassa legnosa può essere sviluppata nei territori senza alimentare alcuna competizione con altri possibili utilizzi. L’auspicio è che questo approccio possa affermarsi e consolidarsi nel tempo, attraverso iniziative a sostegno della filiera legno-energia che prevedano investimenti a lungo termine nella gestione delle foreste, per aumentare i livelli di approvvigionamento sostenibile di materie prime e il loro utilizzo a cascata”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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