Carburanti alternativi

Liquigas concretizza la svolta verso i biocombustibili e i carburanti sintetici

Andrea Arzà, amministratore delegato del gruppo, parla della nascita della proposta Futuria: i carburanti alternativi sostituiranno i combustibili di origine fossile entro il 2040

Pubblicato il 30 Nov 2022

Andrea Arzà, amministratore delegato di Liquigas

La transizione energetica, ovvero il passaggio verso una modalità di produzione dell’energia più rispettosa dell’ambiente e orientato verso la decarbonizzazione, è ormai pienamente in atto. E coinvolge da vicino anche tutte le realtà attive nel mondo delle risorse fossili, che per tanti anni hanno assicurato la fornitura di energia a famiglie e imprese. E che ora si trovano di fronte alla necessità di essere parte di questa stessa transizione energetica, pena il rischio di una progressiva uscita dal mercato. Una scelta di questo tipo è stata fatta chiaramente da Liquigas, realtà parte del gruppo internazionale SHV Energy specializzata nella distribuzione di GPL (Gas di Petrolio Liquefatto) e GNL (Gas Naturale Liquefatto), con oltre 330.000 clienti in ambito domestico e industriale. Il gruppo ha infatti recentemente annunciato la nascita di Futuria, una nuova proposta che prevede un impegno specifico sui biocombustibili bioGPL e bioGNL e l’implementazione di nuovi combustibili sintetici, quali l’rDME (dimetil etere rinnovabile) . Secondo Liquigas, il bioGPL e l’rDME consentono una riduzione di CO2 fino all’85% rispetto agli oli combustibili, mentre il bioGNL può garantire una riduzione ancora più significativa di CO2 in base alle materie prime utilizzate per la sua produzione.

Da dove nasce la svolta di Liquigas

La strategia di Liquigas è stata spiegata nel dettaglio a EnergyUp.Tech dall’amministratore delegato di Liquigas, Andrea Arzà: “Nel momento in cui abbiamo riscontrato che le norme enunciate a livello europeo erano caratterizzate da un approccio negativo nei confronti dei combustibili fossili e avendo contezza che non c’era la volontà di fare una distinzione tra combustibili ad alto e basso impatto ambientale, come sono i carburanti gassosi, abbiamo cominciato a pensare che ci fosse la necessità di riposizionare il nostro prodotto. Abbiamo così iniziato a studiare che cosa avremmo potuto fare per migliorare questo posizionamento. Individuando due grandi strade: i carburanti e combustibili bio e i combustibili di origine sintetica. I primi sono più noti e appartengono alla famiglia del biometano – che già utilizziamo -, che può essere liquefatto per alimentare i fabbisogni dell’automotive, ma in futuro anche per usi industriali o civili. Per quanto riguarda i combustibili sintetici anch’essi derivano dal trattamento dei rifiuti urbani: con dei processi industriali appropriati, basati sulla chimica, la parte di materiale di scarto non adatta al riciclo può essere trasformata in carburanti o combustibili, in una piena logica di economia circolare. In particolare c’è un prodotto a cui siamo molto interessati, il dimetil etere, che si ottiene dal syngas, e che può essere miscelato al Gpl”.

Gli obiettivi di decarbonizzazione

Il target di Liquigas è allineato a quella dell’industria del GPL: si punta cioè di arrivare al 2030 avendo un 20% di gas di origine bio, il 20% da carburanti sintetici e il restante 60% fossile. Più a lungo termine si punta sostituire progressivamente tutti i propri combustibili di origine fossile entro il 2040, contribuendo in modo significativo al raggiungimento della neutralità climatica in anticipo rispetto alla scadenza prevista – fissata al 2050 dall’Unione Europea. Percentuali che, secondo il gruppo, consentirebbero di essere estremamente competitivi rispetto al vettore elettrico in termini di emissioni di CO2. “Pensiamo che si tratti di un obiettivo molto ambizioso. Il nostro gruppo SHV Energy sta già costruendo il primo impianto industriale per la produzione di rDME in Inghilterra, quindi pensiamo che entro due anni da oggi potremmo avere disponibili dei primi quantitativi, che rappresenteranno senz’altro un passo concreto nella direzione di questa svolta”.

Impatto ridotto per la filiera

Secondo Liquigas i vantaggi di biocombustibili e combustibili sintetici riguardano anche la compatibilità al 100% con le attuali apparecchiature (sia per uso industriale sia per uso domestico) . Ciò significa la possibilità di un immediato utilizzo: si tratta infatti di una tecnologia “drop-in” con conversione facile e senza costi aggiuntivi. Inoltre, come per gli attuali combustibili, i biocombustibili potranno sfruttare le stesse modalità di logistica e trasporto; anche in questo caso non sono necessarie modifiche infrastrutturali rilevanti. Spiega Arzà: “ Poco cambierà nella nostra filiera: questi prodotti, dal punto di vista delle caratteristiche chimico-fisiche, sono equivalenti a quelli di origine fossile. L’altro grande vantaggio della nostra proposta, infatti, è che non abbiamo bisogno di creare una nuova infrastruttura, come invece si deve fare con il vettore elettrico. Tutta la nostra infrastruttura logistica primaria e secondaria, sia nel settore automotive – in Italia ci sono oltre 4300 stazioni di servizio che distribuiscono Gpl e oltre 110 GNL – potrà distribuire prodotti bio e sintetici senza cambiare nulla. Lo stesso vale per l’utenza domestica: il consumatore finale non dovrà sostituire le proprie caldaie né montare nuove pompe di calore, perché con le attuali tecnologie si potranno usare sia carburanti fossili che quelli di origine bio e sintetica. Non è un beneficio secondario per il Paese, considerato che abbiamo un’industria automotive molto sviluppata e una componentistica che è gioiello del nostro Made in Italy. Il discorso è equivalente anche per il settore caldaie: in Italia ci sono tra i produttori più importanti al mondo, dunque la nostra iniziativa può contribuire al mantenimento dei livelli occupazionali, senza gravare sull’indotto”.

Possibile un impianto anche in Italia

Su tutto il progetto di SHV Energy e di Liquigas pende però una spada di Damocle: quella cioè della preferenza accordata dall’Unione Europea per il vettore elettrico, con tanto di stop ai motori a combustione già nel 2035: “Abbiamo bisogno di un contesto favorevole da un punto di vista normativo, innanzitutto temporale, che ci consenta di fare gli investimenti e di ammortizzarli. Il bando dei motori a combustione al 2035 vanificherebbe qualunque nostro sforzo. Abbiamo al contrario necessità di un contesto politico che ci consenta di effettuare questo tipo di strategia e visione. La nostra preoccupazione è comunque quella di trovare delle soluzioni che – nel lungo termine – siano economicamente sostenibili, senza bisogno di sussidi pubblici”. Se questo quadro favorevole fosse invece messo in piedi, anche l’Italia potrebbe entrare nella roadmap di SHV Energy per la costruzione di un impianto industriale di rDME: “Credo che sia possibile la realizzazione di un impianto in Italia, considerando che abbiamo in alcuni casi una gestione dei rifiuti non ottimale ed efficiente. Per questo motivo credo che tutti gli attori della filiera avrebbero l’interesse a costruire impianti di questo tipo nel nostro Paese. Come Liquigas abbiamo delle partnership in corso che ci consentono di immaginare che entro 2-5 anni potremo realizzare impianti di questo tipo anche in Italia”.

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Gianluigi Torchiani

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