Comunità energetiche

Comunità energetiche rinnovabili per contrastare caro bollette, emergenza climatica e povertà energetica

Lo studio di Symbola, Tea e Ipsos evidenzia, con dati e numeri, il livello di conoscenza e diffusione delle CER nel nostro Paese, la loro centralità per la società civile, le imprese italiane, il mondo ecclesiale. Emergono buoni livelli di conoscenza delle CER, in particolare nel mondo delle diocesi secondo cui le CER possono incidere positivamente in termini di aumento dell’energia rinnovabile prodotta in Italia. Sono soprattutto le imprese a vedere le CER come uno strumento attuabile in tempi brevi

Pubblicato il 05 Dic 2022

Introdotte in Europa nel 2016 nel Clean Energy Package, le comunità energetiche rinnovabili (CER) rappresentano un fenomeno in crescita anche nel nostro Paese: cercandole sul canale italiano di Google si ottengono oltre 3.100.000 risultati, e la loro ricerca sulla piattaforma è quadruplicata nell’ultimo anno. Ma possono aiutare concretamente a contrastare il caro bollette, l’emergenza climatica e la povertà energetica?

Tra i cittadini è il 65% a ritenere che le CER possano essere uno strumento in grado di aiutarli nell’affrontare la crisi energetica, quota che sale al 70% tra le imprese (su questo target, 1 su 4 ritiene che le CER diano un aiuto per superare la crisi energetica e aumentare contestualmente la propria competitività).

Nel concreto, la propensione a partecipare ad una CER raggiunge quasi il 60% tra i cittadini, 56% tra le imprese, e su entrambi i target una quota consistente (il 19%) si dichiara molto propenso.

L’85% dei referenti diocesani ritiene che le CER possano incidere positivamente in termini di aumento dell’energia rinnovabile prodotta in Italia. Tuttavia, è il 43% dei referenti diocesani a sostenere che solo alcune parrocchie riusciranno ad adottare lo strumento delle CER nei prossimi anni.

Infine, sono soprattutto le imprese a vedere le CER come uno strumento attuabile in tempi brevi (41% pensa che si affermeranno nei prossimi 5 anni).

Cittadini, imprese e diocesi credono nelle CER

Sono i dati del report “Le comunità energetiche contro la crisi. Empatia, tecnologie e territori per un’economia a misura d’uomo” pubblicato da Fondazione Symbola, Gruppo Tea e Ipsos. Lo studio evidenzia, con dati e numeri, il livello di conoscenza e diffusione delle comunità energetiche rinnovabili nel nostro Paese, la loro centralità per la società civile, le imprese italiane, il mondo ecclesiale. Emergono buoni livelli di conoscenza delle CER sui 3 target, in particolare nel mondo delle diocesi.

“Le Comunità Energetiche Rinnovabili – dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – sono uno strumento formidabile per affrontare la crisi climatica, abbassare le bollette, rendere l’Italia più libera da ricatti energetici puntando sulle rinnovabili. Per muoversi sulla linea indicata dall’Europa con il Next Generation EU: coesione, transizione verde, digitale. Lo pensano i cittadini, imprese, diocesi, anche se molto resta da fare per far conoscere e rendere praticabili le CER. In particolare, va colmato il ritardo accumulato nell’approvazione dei decreti attuativi. L’Italia può essere protagonista della transizione verde con un’alleanza tra società, imprese, istituzioni. Tra comunità, empatia e tecnologia che può rendere più forte la nostra economia e un ruolo importante possono svolgerlo anche piccoli comuni e parrocchie”.

Resta molto da fare per rendere praticabili le comunità energetiche rinnovabili

La conoscenza delle CER è diffusa sui tre target. Tuttavia, è soprattutto nel mondo delle diocesi ad essere ben radicata. Tre imprese su quattro ne hanno sentito parlare (75%), e nella popolazione circa una persona su sei (15%). Tuttavia, è solo il 13% dei cittadini a conoscere bene il concetto di CER, il 32% delle imprese ma ben il 47% dei referenti diocesani.

Il risparmio economico è il primo vantaggio nel partecipare a una CER trasversalmente ai tre target. Tra i cittadini è rilevante anche la garanzia di potenziale indipendenza e sicurezza energetica sul territorio, mentre nelle diocesi il risparmio è a parimerito con l’accelerazione del processo di transizione energetica e il rafforzamento dei legami di comunità.

Anche se numericamente più marginali, non mancano tra la popolazione le aspettative positive in termini di impatti sulla società e sull’ambiente (l’adozione di un modello più sostenibile, la lotta alla povertà energetica, il rafforzamento dei legami di comunità). Sono soprattutto le imprese a vedere le CER come strumento attuabile in un orizzonte di breve-medio termine: le principali opportunità individuate sono i vantaggi sulla bolletta energetica (62%), il ritorno in termini di immagine (25%) e la possibilità di rendere più solido il legame con la comunità locale e il territorio (20%).

Si rileva tuttavia ancora scarsa informazione sulle modalità e sui tempi di realizzazione e sulla entità degli investimenti economici che lo strumento richiede, seguiti dalla difficoltà nel cambio di mentalità, dall’incertezza del quadro di norme e adempimenti burocratici. Aspetto che evidenzia la necessità di fare maggiore informazione sul tema.

Bisogna colmare il vuoto normativo che rallenta la transizione energetica

“Quanto è emerso conferma l’urgenza di definire le regole attuative necessarie a dare avvio definitivo alle Comunità. Nel bel mezzo di una crisi energetica, sussiste un vuoto normativo ingiustificabile, che speriamo si colmi entro il mese, che rallenta i tanti progetti in essere nel nostro Paese. Il processo verso la transizione energetica è avviato, urgente e trasversale, e le CER rappresentano senz’altro una soluzione concreta – commenta il presidente di Gruppo Tea, Massimiliano Ghizzi – In questo processo sono molti gli attori coinvolti, ma fondamentale, mi pare, il ruolo delle multiutility come Tea, già impegnata in questo settore, chiamate a supportare gli Enti locali nell’abbracciare al meglio queste opportunità di sviluppo ambientale, economico e sociale, e a svolgere un ruolo attivo nel promuovere un cambiamento culturale nelle rispettive comunità. Un cambiamento rispetto all’approccio al consumo che con le CER diventa condiviso, orientato al risparmio e al bene comune attraverso energia pulita e rinnovabile”.

La metodologia del Report sulle comunità energetiche rinnovabili

Per redigere il report, Ipsos ha condotto 200 interviste a imprese di piccole e medie dimensioni, raccogliendo le opinioni degli imprenditori o di figure apicali / con potere decisionale e che hanno piena visibilità sulle strategie aziendali in materia di approvvigionamento energetico.

Per le Diocesi, con la collaborazione dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, è stato inviato il link per la compilazione di un questionario a tutti i referenti Diocesani. Su un totale di 227 realtà coinvolte, è stato raggiunto un campione finale di 80 interviste.

E per offrire una visione d’insieme e un dato di confronto sul punto di vista della popolazione italiana, sono state inserite alcune domande nel barometro di Ipsos Public Affairs che coinvolge settimanalmente un campione di 800 italiani maggiorenni, rappresentativo della popolazione per area geografica, genere, età, titolo di studio, condizione occupazionale.

Premio Futuro Sostenibile

Al termine dell’evento di presentazione dei risultati si è svolta la cerimonia della seconda edizione di Premio Futuro Sostenibile, organizzato da Gruppo Tea – in collaborazione con PromoImpresa-Borsa Merci – azienda speciale CCIAA di Mantova – per valorizzare i migliori progetti di sostenibilità, ambiente ed economia circolare del territorio.

Sul palco, per la sezione scuole, gli Istituti che partecipando al progetto “Conosci, Comunica, Cambia” hanno proposto le migliori idee di cambiamento: il liceo artistico Dal Prato di Guidizzolo, l’istituto Gonzaga di Castiglione delle Stiviere, il Fermi di Mantova, il Galilei di Ostiglia e lo Strozzi di Mantova che con il progetto “KIT HOME MADE” è risultato il primo classificato.

Per il settore imprese, il premio è andato all’azienda di pellet Bedogna di Dosolo, che ha impostato tutta la filiera produttiva nel rispetto della sostenibilità e della qualità della vita dei propri dipendenti; per la categoria Enti Locali/Associazioni a qualificarsi sono stati il Comune di Rivarolo Mantovano insieme alle Giubbe Verdi di San Martino dall’Argine, per il progetto scolastico dedicato alla biodiversità; il premio speciale è andato invece agli organizzatori di Festivaletteratura per l’impegno nella realizzazione di un festival a ridotto impatto ambientale.

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