Ricerche

All’Italia serve più integrazione tra rinnovabili ed efficienza energetica

Il Rapporto CESEF 2023 evidenzia come la combinazione degli interventi potrebbe essere più conveniente ed efficace da un punto di vista ambientale

Pubblicato il 22 Mar 2024

L’integrazione tra rinnovabili ed efficienza energetica è la via che può aiutare l’Italia a procedere spedita lungo la strada della decarbonizzazione. Queste le principali evidenze del Rapporto CESEF 2023, realizzati in collaborazione con Agici, che analizza opportunità e sfide dell’integrazione strategica tra interventi di efficienza energetica (EE) e fonti di energia rinnovabile (FER). Il punto di partenza è che in Italia gli interventi di efficientamento non crescono a un ritmo in linea con l’innalzamento dei target di decarbonizzazione delle direttive comunitarie. Con la fine delle aliquote di detrazione al 110% e della possibilità di cessione del credito fiscale, infatti, gli interventi in ambito residenziale hanno subito un brusco rallentamento, mentre in quello industriale si assiste a una crescita ancora troppo timida.
A pesare – secondo lo studio – è l’assenza di logiche di integrazione tra efficienza energetica e rinnovabili, che porterebbero a un miglioramento nella riduzione della CO2 dei progetti di riqualificazione: che può arrivare al 98% per le villette unifamiliari e al 78% per i condomini.

Conti alla mano l’integrazione EE-FER risulta più costo-efficiente della sola efficienza energetica e più efficace delle sole green energies. La redditività di interventi integrati, misurata dal valore attuale netto, incrementa fino al 29% per gli edifici pubblici, fattore che riduce i tempi di ritorno degli investimenti, che come noto rappresenta elemento essenziale per riuscire a finanziare i progetti. Che presenterebbero un costo per la decarbonizzazione inferiore rispetto alla realizzazione di progetti separati.

Le necessarie modifiche alle Policy 

Il Rapporto suggerisce dunque diverse modifiche alle policy attualmente in vigore, basate su logiche premianti per interventi che raggiungono migliori performance energetiche, e coerenti con il percorso di decarbonizzazione. In particolare, per il settore residenziale il CESEF propone l’introduzione di un sistema di aliquote modulari che favoriscano anzitutto l’edilizia popolare con una detrazione del 90%, seguita da un’aliquota del 60-70% per gli edifici con le peggiori performance energetiche. Per le Pubbliche Amministrazioni si auspica un rafforzamento del Conto Termico, destinando maggiori risorse agli enti pubblici, e prevedendo un collegamento tra questo e lo strumento delle Comunità Energetiche per promuovere il fotovoltaico. Nel settore industriale, l’integrazione potrebbe essere favorita dalla tanto attesa istituzione di aste complementari al sistema dei Certificati Bianchi. Secondo la proposta del CESEF si tratterebbe di aste specifiche per combinare le tecnologie rinnovabili e gli interventi di efficientamento, premiando così il maggior investimento sostenuto dagli operatori.

I nuovi incentivi

Servono poi nuovi incentivi mirati, focalizzati sulle pompe di calore e sulla decarbonizzazione dell’industria energivora. Per favorire un maggiore utilizzo delle prime, la proposta è quella di un incentivo all’uso che agisca direttamente sul costo della bolletta elettrica, affiancato dalle detrazioni di sconto in fattura e cessione del credito per la sostituzione e l’installazione di nuovi impianti. Per abbattere le emissioni dell’industria, in particolare nei settori hard to abate, si propone invece un sistema di incentivazione ad asta, che premi in modo crescente il maggiore abbattimento di CO2 legato agli interventi integrati.

“L’efficienza energetica gioca un ruolo fondamentale per il raggiungimento dei nuovi target europei sulla riduzione dei consumi, ma è solo in combinazione con le fonti rinnovabili, attraverso interventi integrati, che si può ottimizzare e massimizzare l’abbattimento della emissioni”, ha dichiarato Stefano Clerici, Consigliere Delegato di AGICI

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