Crisi energetica

Coldiretti: il caro energia mette a rischio la filiera agroalimentare

A pesare sul comparto, evidenzia l’associazione di categoria, è soprattutto la crescita del costo dei fertilizzanti

Pubblicato il 25 Ago 2022

Coldiretti rilancia l’allarme: il caro energia sta comportando un rialzo dei costi insostenibile per la filiera agricola, che si ripercuote inevitabilmente sui prezzi pagati dai consumatori finali per l’acquisto di beni alimentari. Tanto che le famiglie italiane spenderanno circa 9 miliardi di euro in più nel 2022 soltanto per l’acquisto di beni alimentari. A spingere i costi delle aziende agricole ci sono soprattutto le spese per l’acquisto dei fertilizzanti a base di azoto necessari per far crescere le coltivazioni, prodotti dall’azoto ottenuto dall’aria e dall’idrogeno ottenuto dal gas, il cui costo è diventato proibitivo. In Italia nelle campagne – sottolinea la Coldiretti – si registrano infatti rincari che vanno dal +170% dei fertilizzanti al +129% per il gasolio ma rincari aumenti l’intera filiera.  Secondo Coldiretti a pesare sull’aumento del costo dei fertilizzanti sono anche le misure adottate con l’inizio della guerra in Ucraina con sanzioni, accaparramenti e riduzioni degli scambi che hanno favorito le speculazioni in una situazione in cui l’Italia ha importato lo scorso anno dall’Ucraina ben 136 milioni di chili di fertilizzanti mentre altri 171 milioni di chili arrivavano dalla Russia e 71 dalla Bielorussia (oltre il 15% del totale delle importazioni complessive).

Oltre all’effetto diretto dei fertilizzanti, il caro energia secondo l’associazione di categoria si fa sentire  anche sui materiali utilizzati dalle imprese agroalimentari: il vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti. Il risultato è che più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività e ben oltre 1/3 del totale nazionale delle imprese agricole (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea. Il rischio concreto è anche quello di un ulteriore aumento della dipendenza dall’estero: le importazioni di prodotti agroalimentari nei primi cinque mesi dell’anno sono cresciute in valore di quasi un terzo (+29%).

“Per questo abbiamo presentato a tutte le forze politiche un piano in cinque punti per garantire la sopravvivenza delle imprese agricole, investire per ridurre la dipendenza alimentare dall’estero e assicurare a imprese e cittadini la possibilità di produrre e consumare prodotti alimentari al giusto prezzo – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – Occorre non perdere 35 miliardi di fondi europei per l’agricoltura italiana nei prossimi cinque anni ma anche la necessità di attuare al più presto le misure previste dal Pnrr”.

Inoltre, secondo Coldiretti, occorre accelerare anche sul bando del fotovoltaico, che apre alla possibilità di installare pannelli fotovoltaici sui tetti di circa 20mila stalle e cascine senza consumo di suolo, contribuendo alla transizione green e riducendo la dipendenza energetica del Paese.

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