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Efficienza energetica: ancora contraddittori i comportamenti degli italiani

Un report dell’Enea mette in evidenza le necessità di azioni specifiche per convincere gli italiani ad adottare comportamenti virtuosi

Pubblicato il 16 Set 2020

La dimensione culturale ha il suo peso nell’efficienza energetica in ambito domestico: questo, probabilmente, il risultato principale di un apposito report Enea, risultato della collaborazione tra Università Statale di Milano (Cattedra di Psicologia Sociale) e Italia in Classe A, la campagna nazionale sull’efficienza energetica promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico e realizzata da ENEA. Nello studio è stato infatti approfondito il rapporto tra culture e comportamenti energetici con un focus sul contesto italiano e sull’uso domestico dell’energia. Il quadro che emerge è abbastanza contraddittorio: da un lato gli italiani manifestano atteggiamenti vicini a quelli dei paesi più avanzati nell’ambito della sostenibilità (elevata percezione dei rischi del cambiamento climatico, fiducia nell’azione collettiva, ampia diffusione di alcune pratiche di sostenibilità), dall’altro ci sono segnali poco incoraggianti ((individualismo, scarsa percezione di responsabilità individuale, rifiuto verso le politiche disincentivanti, diffusione poco sviluppata di alcuni comportamenti pro-ambiente). Inoltre le differenze su scala territoriale sono così significative da consigliare l’adozione di modalità d’intervento differenziate, “targettizzando” messaggi, pratiche e proposte politiche e puntando sui vantaggi ai quali gli italiani sono più sensibili: il risparmio economico e la riduzione dei rischi per la salute.

In particolare, il report consiglia di promuovere i comportamenti domestici virtuosi incentivando, ad esempio, le buone pratiche riguardanti gli elettrodomestici più diffusi (lavatrici e frigoriferi) e quelle legate alla gestione dei riscaldamenti. Il riscaldamento domestico costituisce la principale voce di spesa energetica per i cittadini e che le ore di accensione invernali risultano, soprattutto nel Settentrione, sovradimensionate rispetto all’attuale situazione climatico-meteorologica. Il report, inoltre, suggerisce di investire sul target emergente delle famiglie mono-componente, che attualmente rappresentano un terzo dei nuclei residenti in Italia e sono caratterizzate da un maggior consumo energetico pro capite rispetto a tutte le altre tipologie familiari.

“L’approfondimento delle dimensioni culturali e psico-sociali della sostenibilità ambientale è una necessità urgente nelle società contemporanee” – spiega Ilaria Bertini, direttore del Dipartimento Unità Efficienza Energetica dell’ENEA. – Nel corso dei prossimi decenni, attraverso la sostituzione dei sistemi energetici esistenti con modelli di produzione alternativa, assisteremo a una delle più importanti trasformazioni tecnologiche mai avvenute e questo cambiamento richiederà un forte impegno da parte del mondo delle istituzioni e della ricerca. La sfida che gli autori del report lanciano ai decisori politici è quella di ripensare un approccio e dare vita a nuove strategie di comunicazione e informazione in grado di rispondere ai cambiamenti che la transizione energetica sta mettendo in atto a livello globale, individuale e collettivo. Come ENEA vogliamo contribuire a realizzare gli strumenti più idonei a raccogliere questa sfida”.

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