Ricerche

Efficienza energetica, l’Italia può fare di più

Secondo un’analisi del Cesef, il nostro Paese ha sostanzialmente mancato gli obiettivi stabiliti per il periodo 2014-2020. Ma con una serie di interventi normativi sarebbe possibile raggiungere un potenziale di risparmio di oltre 15 MTEP anno

Pubblicato il 06 Mar 2023

L’Italia può fare molto di più sul fronte dell’efficienza energetica: questa la sintesi principale che arriva dal Rapporto Cesef 2023, che ha analizzato nel dettaglio policy e strutture del settore nel nostro Paese. La prima considerazione è che il disegno attuale per l’efficienza energetica – impostato per raggiungere gli obiettivi sanciti dal PNIEC a fine 2019 – si basa su tre strumenti principali, pensati per raggiungere altrettanti macro-settori specifici: 1) i Certificati Bianchi per l’industria; 2) le detrazioni fiscali per il settore residenziale; 3) il Conto Termico per le Pubbliche Amministrazioni e per certe tipologie di interventi maggiormente standardizzati tra i privati. Strumenti a cui, dalla fine del 2021 hanno iniziato ad affiancarsi le risorse del PNRR. Ma che per ora hanno fallito gli obiettivi, tanto che i target di efficienza per il periodo 2014-2020 non sono stati raggiunti, a testimonianza secondo il Cesef, di un’inadeguatezza delle politiche di supporto. All’orizzonte c’è poi il previsto innalzamento dei target per il periodo 2021-2030 a seguito del recepimento nuova Energy Efficiency Directive contenuta nel piano Fit for 55 e delle scelte europee in seguito alla crisi energetica.

Il potenziale di risparmio energetico dell’Italia

L’Italia avrebbe però tutto il potenziale, secondo un’analisi costi-benefici elaborata dallo stesso Cesef, di ottenere importanti risparmi energetici in 4 macro-settori (industria, residenziale, trasporti e terziario) attraverso l’implementazione di una serie di interventi e politiche ad hoc.

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Più nel dettaglio il settore residenziale avrebbe un potenziale di efficientamento di 9,1 Mtep/anno. Questo è il risultato della somma di tre principali interventi:
i) isolamento termico con sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie acondensazione efficienti;
ii) elettrificazione dei sistemi di riscaldamento e ACS;
iii) estensione dei sistemi di teleriscaldamento

Più limitati sono invece i risparmi previsti per il settore terziario (0,3 Mtep/anno), anche se comunque il dato è il risultato dell’intervento di isolamento termico previsto per tre tipologie di edifici: uffici, alberghi, scuole. Dunque il potenziale così identificato costituisce solo una parte del potenziale complessivo del macro-settore.

Per quanto riguarda il settore industriale la previsione di risparmio è di 3,2 Mtep/anno. Questo è il risultato di un insieme di interventi di efficientamento realizzati nei 12 settori manifatturieri a maggiore intensità di energia, realizzati da tutte le imprese energivore e da una porzione di imprese non energivore.
Infine, nel settore trasporti la stima è di un potenziale di 2,9 Mtep/anno. Questo è il risultato della sostituzione di 4 milioni di auto tradizionali con auto full-electric (BEV), in coerenza con l’obiettivo del PNIEC in materia. Anche in questo caso il potenziale derivante da questa misura è solo parziale rispetto a quello complessivo di tutto il settore.

Complessivamente, dai sei interventi analizzati, emerge un potenziale di riduzione dei consumi su base annua al 2030 pari a 15,5 Mtep. Tale risultato, è superiore all’obiettivo di risparmi da politiche attive del PNIEC di 9,3 Mtep/anno.
Per ottenere questi risultati, la revisione degli strumenti di supporto in vigore per l’efficienza energetica non sarebbe da sufficiente da sola a realizzare il potenziale identificato. Occorrerebbe invece stimolare la domanda tramite incentivi diretti e indiretti, dall’altro valorizzare le tecnologie disponibili che garantiscono migliori performance energetiche in ciascuno ambito specifico di consumo.

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