Fotovoltaico

Il fotovoltaico e i falsi miti: SMA Italia smonta la disinformazione

Stop a falsi miti e fake news sull’energia solare. A fare luce sul fotovoltaico è la realtà italiana attiva nella produzione di inverter e di soluzioni integrate per il settore

Pubblicato il 25 Giu 2021

Quando si parla di energia pulita, per molti il fotovoltaico è un tema ancora avvolto nel mistero. Una confusione che spesso genera convinzioni errate, se non veri e propri falsi miti, riguardo una forma di energia che è invece tra le più promettenti. SMA Italia, riferimento nella produzione di inverter e di soluzioni integrate per il mercato fotovoltaico, ha analizzato le bufale più diffuse sull’energia solare, per spiegarne punto per punto l’infondatezza.

“Il nostro Paese vanta le eccellenze tecnologiche e il clima per essere capofila dell’energia fotovoltaica, come lo è in altri settori che lo hanno reso celebre nel mondo. Abbiamo tutte le carte in regola per fare di questa risorsa una delle punte di diamante della nostra economia” commenta Valerio Natalizia, Amministratore Delegato di SMA Italia convinto che “Non si può rischiare che disinformazione e mancata conoscenza delle nuove tecnologie blocchino una forma di energia pulita, economica e che avrebbe ricadute positive su diversi settori, non solo sull’ambiente e sulle tasche dei cittadini italiani”.

Le più diffuse fake news ai danni del solare fotovoltaico

  1. Il fotovoltaico è costoso e non ripaga l’investimento Installare un impianto fotovoltaico significa diminuire il costo dell’energia elettrica attraverso il costo dell’impianto fotovoltaico che si decide di installare. Per di più, nell’arco degli ultimi 25 anni, i prezzi sono scesi quasi del 90%. Un impianto da 3 kW, al momento costa circa 5.500 euro, inclusa IVA, anche se i prezzi possono variare a seconda della tipologia di installazione: potrebbe aumentare se si installassero altre tecnologie come le batterie per l’accumulo, la pompa di calore per il riscaldamento, la stazione di ricarica per autovetture elettriche, o ancora un sistema di Energy Management per la gestione intelligente dei flussi energetici. In questo caso, l’importo iniziale potrebbe superare i 20.000€, ma si tratterebbe di una spesa detraibile con i bonus fiscali del 50% e del 110% (e/o cedibile con la possibilità di cessione del credito o di sconto in fattura). Ciò significa che, una volta azzerato l’importo iniziale tramite le detrazioni, nel caso di una soluzione all’avanguardia un utilizzatore ne trarrebbe un risparmio di circa 2.700 euro all’anno in bolletta (valori medi annuali riferiti a un nucleo familiare di 4 persone in un’abitazione di 140 m2 con un impianto fotovoltaico SMA da 5,2 kWp con batteria di 10kWh). Considerando poi il periodo di vita media di un impianto, oltre i 20 anni, non si tratta di cifre irrisorie. Parlando di fotovoltaico, il termine più corretto da utilizzare è quindi senza dubbio investimento.
  2. Il fotovoltaico non conviene perché non produce energia quando c’è poco sole o ci sono le nuvoleSicuramente ne produce di più quando l’irraggiamento è maggiore, quindi nel periodo primaverile ed estivo, e meno d’inverno. Ma, durante tutto l’arco dell’anno, anche soltanto una giornata minimamente assolata consente all’impianto di produrre energia elettrica. In Italia gli impianti fotovoltaici funzionano ovunque. Fortunatamente il nostro Paese ha un livello di irraggiamento che, da Nord a Sud, consente di avere un’ottima produzione di energia elettrica.
  3. Un impianto fotovoltaico non può essere installato in un condominioLa Riforma del Condominio (Legge 11 dicembre 2012 n. 220) ha stabilito la possibilità, per i singoli condòmini, di installare un impianto fotovoltaico ad uso proprio. I pannelli possono essere posati, per uso esclusivo dell’inquilino che ne fa richiesta, sulle sue proprietà, senza bisogno dell’approvazione dell’assemblea condominiale. L’unica autorizzazione necessaria, che è più che altro una comunicazione preventiva, è quella che va inoltrata al Comune per il via libera ai lavori.
  4. La manutenzione di un impianto fotovoltaico è molto costosaLa manutenzione consiste solo nel lavare i pannelli fotovoltaici dopo qualche anno, a seconda di dove sono collocati e della quantità di smog a cui sono sottoposti. Se si vive in prossimità di campi agricoli o siti industriali, è consigliabile eseguire pulizie periodiche ogni 2 anni, al fine di massimizzare l’efficienza dei pannelli. È un’operazione che un professionista è in grado di svolgere in modo molto semplice. Il resto dei componenti, se di qualità elevata, non richiede alcun tipo di manutenzione.
  5. Il fotovoltaico è poco ecologico In verità, un sistema fotovoltaico installato nel sud Europa, dall’installazione alla dismissione, produce fino a 20 volte più energia rispetto a quella che è stata necessaria per la sua stessa produzione (Fonte: Fraunhofer ISE – Photovoltaics Report, settembre 2020).
  6. Il fotovoltaico inquina molto per via del suo smaltimento Realizzati impiegando principalmente il silicio, un materiale a basso impatto ambientale e altamente riciclabile, la tecnologia dei pannelli fotovoltaici è rispettosa dell’ambiente: i pannelli sono, a seconda dei casi, riciclabili con una percentuale tra l’80 ed il 90% (Da Direttiva EU, così come il D.lgs. 49/2014, per il recupero e riciclo dei moduli fotovoltaici a fine vita).
  7. La tecnologia fotovoltaica non è efficienteIn realtà, il livello di efficienza raggiunto dai modelli oggi disponibili è già molto elevato. È chiaro che tra 5 o 10 anni arriveranno in commercio pannelli fotovoltaici ancora più efficienti, ma questo discorso vale per qualsiasi categoria di prodotto. Posticipare il passaggio al fotovoltaico perché la tecnologia dei pannelli non è ancora “pronta” non è più una scusa valida.
  8. Il fotovoltaico “mangia” terreni che potrebbero essere coltivati Ad oggi, gli impianti installati a terra sono completamente rimovibili e non costituiscono alcun problema di inquinamento e tantomeno di occupazione del suolo agricolo. Servirebbe infatti una piccolissima percentuale di terreno per generare grandi quantità di energia fotovoltaica. Se lo 0,32% dei terreni agricoli italiani fosse coperto da impianti solari, si raggiungerebbe il 50% degli obiettivi del PNIEC (Fonte: Energy&Strategy Group Politecnico di Milano, Renewable Energy Report, 2019). Inoltre, utilizzando il 10% delle superfici agricole incolte, si potrebbero installare gli impianti fotovoltaici necessari da qui al 2030, ricavando oltre 61 GW rispetto ai 30 GW previsti (Fonte: Energy&Strategy Group Politecnico di Milano, Renewable Energy Report, 2019).

Immagine fornita da Shutterstock

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