Fonti Rinnovabili

Impianti agrivoltaici, cosa prevedono le nuove normative

Il PNRR spinge all’installazione degli impianti fotovoltaici integrati con la produzione agricola. Seapower può vantare già 300 MW di impianti installati

Pubblicato il 26 Mag 2023

Per accelerare la transizione energetica e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, l’Italia deve puntare su tutte le fonti di energia rinnovabili a disposizione. Il PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) e il piano REPowerEU prevedono l’istallazione di 85 GW di nuova capacità rinnovabile entro il 2030, con un’occupazione potenziale del suolo pari a circa lo 0,3% dell’intero territorio italiano e di circa lo 0,6% di quello agricolo.
Grande potenzialità di sviluppo, in questa direzione, è offerta dall’energia agrivoltaica (o agro-fotovoltaica), soprattutto grazie a norme ed incentivi recenti, che ne garantiscono la sostenibilità e l’armonia con il territorio, a tutela del terreno agricolo.
Le Linee Guida per l’applicazione dell’agro-Fotovoltaico in Italia, pubblicate dal MITE, nell’ambito di un gruppo di lavoro composto dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea), dal GSE, da Enea e dalla società Ricerca sul sistema energetico (RSE), introducono, innanzitutto, il concetto di agro-fotovoltaico (AFV) caratterizzato da un utilizzo ibrido dei terreni agricoli tra produzione agricola e produzione di energia elettrica, attraverso l’installazione, sullo stesso terreno coltivato o adibito ad allevamento, di impianti fotovoltaici.
Un sistema agrivoltaico prevede l’abbinamento di pannelli solari con la produzione agricola e/o l’allevamento zootecnico, garantendo una serie di vantaggi per entrambi, innanzitutto, per l’ottimizzazione del raccolto e la produzione zootecnica, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, con conseguente aumento della redditività e dell’occupazione. Il PNRR ha stanziato oltre un miliardo di euro per l’agrivoltaico italiano, con l’obiettivo di installare 1,04 GW entro il 30 giugno 2026, per una produzione energetica annuale stimata di circa 1.300 GWh annui.

I nuovi requisiti normativi

Francesco Lioniello, Vicepresidente Seapower

Grazie alla recente approvazione da parte del MASE, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del decreto per la promozione dell’installazione di impianti agrivoltaici innovativi, si aprono nuove opportunità di crescita nel settore di questa energia pulita, nel rispetto dell’ampia componente agricola del nostro Paese.
Il decreto ministeriale disciplina gli incentivi per gli impianti agrivoltaici avanzati, prevedendo il riconoscimento di un doppio beneficio. Da un lato un contributo in conto capitale nella misura massima del 40% dei costi ammissibili; dall’altro una tariffa a valere sulla quota di energia elettrica prodotta e immessa in rete.
Per accedere ai contributi i sistemi agrivoltaici dovranno rispettare alcuni requisiti.
La superfice minima coltivata deve essere almeno il 70% della superfice totale di un sistema agrivoltaico e la percentuale complessiva coperta dai moduli fotovoltaici deve essere inferiore o uguale al 40%. Il sistema agrivoltaico deve garantire la continuità dell’attività agricola e pastorale sul terreno oggetto dell’intervento ed una producibilità elettrica dell’impianto agrivoltaico, rispetto a un impianto standard, di
almeno il 60%. L’altezza minima dei moduli è studiata in modo da consentire la continuità delle attività agricole (o zootecniche) anche sotto ai moduli fotovoltaici. Deve essere, quindi, garantito un doppio uso del suolo e una integrazione massima tra l’impianto agrivoltaico e la coltura. I moduli fotovoltaici svolgono una funzione sinergica alla coltura, di protezione da eccessivo soleggiamento, grandine, etc.

Le caratteristiche tecniche necessarie

Considerata l’altezza minima dei moduli fotovoltaici su strutture fisse e l’altezza media dei moduli su
strutture mobili, limitatamente alle configurazioni in cui l’attività agricola è svolta anche al di sotto dei
moduli stessi, sono fissati i valori di riferimento:

– 1,3 metri, nel caso di attività zootecnica (altezza minima per consentire il passaggio con continuità
dei capi di bestiame);
– 2,1 metri nel caso di attività colturale (altezza minima per consentire l’utilizzo di macchinari
funzionali alla coltivazione).
I valori dei parametri tipici relativi al sistema agrivoltaico dovranno essere garantiti per tutta la vita tecnica
dell’impianto. A tale scopo, il DL 77/2021 ha previsto che, ai fini della fruizione di incentivi statali, sia
installato un adeguato sistema di monitoraggio che permetta di verificare le prestazioni del sistema
agrivoltaico, con particolare riferimento ai seguenti parametri:
– risparmio idrico;
– la continuità dell’attività agricola, ovvero: l’impatto sulle colture, la produttività agricola per le
diverse tipologie di colture o allevamenti e la continuità delle attività delle aziende agricole
interessate;
– il recupero della fertilità del suolo;
– il microclima;
– la resilienza ai cambiamenti climatici.

L’esperienza di Seapower

Seapower scrl , centro di ricerca partecipato dall’Università Federico II di Napoli, ha le capacità e le risorse tecniche per poter sviluppare impianti agrivoltaici di tipo avanzato, secondo le linee guida ministeriali di giugno 2022. Al momento, il centro vanta una esperienza dimostrabile su circa 700MW di impianti progettati per energia rinnovabile, di cui più di 300 MW agrivoltaici, in varie regioni d’Italia ed il portafoglio continua ad aumentare. La rinnovata struttura organizzativa di Seapower è oggi pronta a rispondere alle
richieste di eventuali ulteriori proponenti per la progettazione definitiva ed esecutiva di nuovi impianti e per fornire prestazioni professionali in cantiere.

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