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Lo scenario Net Zero porterà all’Europa quasi 5 trilioni di euro di investimenti al 2050

Secondo una ricerca di Bloomberg New Energy Finance, per ottenere questa opportunità il settore energetico non dovrà però accontentarsi di una decarbonizzazione limitata, come prospettato dallo scenario Transizione economica

Pubblicato il 03 Mag 2022

In un momento caratterizzato da forti tensioni relativamente all’energia, il Vecchio Continente ha di fronte a sé due strade: una più prudente, in cui le fonti fossili continuerebbero a giocare un ruolo importante e un’altra decisamente più spinta verso l’obiettivo Net Zero. Nel secondo caso, secondo l’European Energy Transition Outlook 2022 di BloombergNEF, la decarbonizzazione del sistema energetico europeo porterebbe con sé con 4,9 trilioni di euro di investimenti in nuova generazione di elettricità e nell’idrogeno verde.

Il primo scenario, definito di transizione economica, vede la domanda di combustibili fossili nel mix energetico europeo scendere del 28% nel periodo 2021-2050, ovvero una quota decisamente lontana dagli obiettivi internazionali assunti dall’Europa. Tra le risorse tradizionali il carbone imboccherebbe una crisi ben poco reversibile, tanto che anche in questo scenario i consumi crollerebbero del 67% nel periodo 2021-2030. Molto netta sarebbe anche la riduzione della domanda primaria di petrolio in Europa, attesa in calo del 30% nel periodo 2021-2050, per effetto anche della spinta della mobilità elettrica. Molto diversi, invece, sarebbero i numeri del gas naturale, che nello stesso periodo vedrebbero ridotti i consumi di appena il 5%, sostanzialmente per la carenza di alternative economiche nel riscaldamento nel parco edilizio.

Completamente diverso è lo scenario Net Zero, con cui si assisterebbe a una radicale trasformazione del mix energetico europeo entro il 2050. La corsa dell’elettrificazione e dell’idrogeno verde eliminerebbe completamente i combustibili fossili e le emissioni correlate, grazie anche alla grande avanzata di eolico e solare. In particolare, si assisterebbe a un rapido calo del consumo di petrolio e gas in Europa già in questo decennio. La domanda europea di petrolio scenderebbe di oltre la metà, a 9,5 milioni di barili al giorno, mentre quella di gas naturale arriverebbe a 335 miliardi di metri cubi entro il 2030, grazie all’elettrificazione spinta del settore.

In effetti la domanda di energia elettrica aumenta dell’82% nel periodo 2021-50 nello Scenario Net Zero, rispetto al 23% nello Scenario Transizione Economica. Il raggiungimento di questo ritmo accelerato di elettrificazione richiederebbe misure rafforzate per sostenere l’adozione di veicoli elettrici e pompe di calore, nonché da processi industriali elettrificati.

La spinta di eolico e solare

In entrambi gli scenari, eolico e solare sarebbero le fonti guida della decarbonizzazione in questo decennio, con una spinta decisamente superiore nello scenario Net Zero, che prevede una generazione di queste fonti del 38% superiore rispetto a quella prospettata dallo scenario Transizione economica (2,5 TW entro il 2050). Supportate dalle tecnologie per l’accumulo,
queste tecnologie sarebbero in grado di ridurre progressivamente il ruolo del gas nel mix elettrico, la cui produzione si ridurrebbe del 31% già nel periodo 2022-30. Nello scenario Net Zero c’è comunque un ruolo di breve durata per il gas naturale nella produzione di energia prima che l’idrogeno verde diventi la principale fonte capace di sostenere la stabilità della rete nei momenti di pausa della produzione eolica e solare.

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Il ruolo dell’idrogeno verde

In effetti, la profonda decarbonizzazione dell’economia europea nello scenario Net Zero di BNEF si basa sia sull’elettrificazione che sull’adozione dell’idrogeno verde, per cui è prevista la costruzione di 1 TW di elettrolizzatori entro il 2050. In particolare, l’idrogeno verde può ridurre le emissioni nei settori cosiddetti hard to abate, dove cioè l’elettrificazione è difficile, come ad esempio l’industria. Ovviamente lo sviluppo di un’economia verde dell’idrogeno in Europa richiederebbe lo sviluppo di infrastrutture pronte compresi il trasporto e lo stoccaggio, e risorse per il suo utilizzo. E naturalmente, anche di uno sviluppo ulteriore di eolico e solare per alimentare gli elettrolizzatori (sino a 1,5 TW aggiuntivi). Un’alternativa potrebbe essere quella di riuscire a convogliare l’elettricità pulita prodotta in eccesso da questi impianti in certi momenti della giornata, che potrebbe ridurre la necessità di energie rinnovabili dedicate agli elettrolizzatori.

In ogni caso, come abbiamo scritto in apertura di articolo, la decarbonizzazione del sistema energetico europeo creerebbe al 2050 un’opportunità di investimento da 5,3 trilioni di dollari (4,9 trilioni di euro) nella nuova generazione di elettricità green (3,8 trilioni) e nella capacità di produzione di idrogeno verde (1,5 trilioni).

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