Efficienza energetica

Teleriscaldamento in crescita in Italia

Un report del Gse rivela una buona crescita del teleriscaldamento nel nostro Paese, che resta però localizzato soprattutto nel Nord del Paese

Pubblicato il 03 Set 2021

Il teleriscaldamento vive un momento di buon sviluppo in Italia e potrebbe conoscere un’ulteriore accelerazione nei prossimi anni, se saranno rispettate le indicazioni contenute nel PNIEC. L’indicazione arriva da un rapporto rilasciato nelle scorse settimane dal GSE, che fornisce il quadro statistico completo sulla diffusione delle reti di teleriscaldamento e di teleraffrescamento in Italia, aggiornato alla fine del 2019. Ma che cosa è esattamente il teleriscaldamento? Definizioni alla mano, si tratta di “un sistema di trasporto dell’energia termica, realizzato prevalentemente su suolo pubblico, finalizzato a consentire a chiunque interessato, nei limiti consentiti dall’estensione della rete, di collegarsi alla medesima per l’approvvigionamento di energia termica per il riscaldamento o il raffreddamento di spazi, per processi di lavorazione e per la copertura del fabbisogno di acqua calda sanitaria”. La prima evidenza che emerge dal report è che i sistemi di teleriscaldamento sono oggi una realtà consolidata nel nostro Paese, con oltre 330 reti in esercizio, per un’estensione complessiva di circa 5.000 km e 9,6 GW di potenza termica installata.

Lombardia e Piemonte in cima

I comuni serviti da almeno una rete sono oltre 280, in gran parte concentrati nelle regioni settentrionali; considerando il solo settore residenziale, queste reti soddisfano il 2% circa della domanda complessiva di prodotti energetici per riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria. Relativamente all’estensione,  il 50% circa si concentra nei 113 comuni teleriscaldati della Lombardia e del Piemonte. Le sottocentrali di utenza servite (ovvero i dispositivi di scambio tra la rete di teleriscaldamento e il circuito di distribuzione delle utenze) sono oltre 92.000; anche in questo caso la quota maggiore si concentra in Lombardia (39% del totale), seguita dalla provincia di Bolzano (22%) e dal Piemonte (15%).

Una produzione di energia legata alla cogenerazione

Sostanzialmente le reti di teleriscaldamento appaiono particolarmente diffuse nei contesti urbani, dove cioè la concentrazione territoriale di famiglie e imprese rende tecnicamente più agevole soddisfarne i fabbisogni termici: il 61% circa della potenza termica installata in Italia è infatti concentrata nei territori dei comuni con grado di urbanizzazione alto. Per quanto riguarda la produzione energetica vera e propria, nel 2019 l’energia termica immessa in reti di teleriscaldamento ha raggiunto quota 11,9 TWh
(corrispondenti a circa 1.020 ktep, o 42.800 TJ), di cui il 66% proviene da impianti che operano in assetto cogenerativo (CHP). Con circa 8,9 TWh (762 ktep), gli impianti alimentati da fonti fossili (quasi sempre gas naturale) coprono il 75% circa dell’energia immessa in consumo. Gli impianti alimentati da fonti rinnovabili immettono in rete il restante 25% dell’energia da TLR (3 TWh / 254 ktep); in particolare la Toscana si differenzia dal resto delle regioni per un elevato uso della geotermia per alimentare le reti di teleriscaldamento.

Il Teleraffrescamento

Il report del GSE mette in evidenza come negli anni più recenti si sta peraltro diffondendo anche il servizio parallelo di teleraffrescamento, erogato attraverso una rete di distribuzione dedicata (ad acqua refrigerata) oppure attraverso gruppi ad assorbimento installati presso le utenze e alimentati dalla rete di teleriscaldamento. In Italia, a fine 2019, risultavano in esercizio 33 reti di teleraffrescamento; i comuni in cui esiste almeno un sistema di questo tipo sono 28, distribuiti in 8 regioni e province autonome del centro e nord Italia. Complessivamente, l’estensione delle reti di teleraffrescamento è pari a 35,4 km, per una volumetria raffrescata di 8,8 milioni di
metri cubi.

Le prospettive future

La ricerca, infine, tratteggia uno scenario positivo di crescita di questa tecnologia: già nel triennio 2017-2019 c’è stato un incremento significativo dei sistemi di teleriscaldamento in esercizio in Italia. Rispetto al 2017, in particolare, alla fine del 2019 sono stati rilevati 44 nuovi comuni teleriscaldati (+18%), per circa 381 km incrementali di estensione; le sottocentrali di utenza sono aumentate di oltre 5.800 unità (+7%), la volumetria di 30 milioni di metri cubi (+9%). A livello regionale, i nuovi sistemi sono stati realizzati soprattutto in Lombardia (20 nuove reti) e in Piemonte (10 reti incrementali)  In ottica futura, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), presentato dal governo italiano alla Commissione europea nel 2020, assegna ai sistemi di teleriscaldamento e teleraffrescamento un ruolo di rilievo nel perseguimento degli obiettivi nazionali di sviluppo sostenibile e di risparmio energetico, prevedendo un’estensione significativa delle reti ed evidenziando la necessità della diffusione di sistemi efficienti.

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