Intervista

Dassault Systèmes: i virtual Twins a supporto di sostenibilità ed efficienza energetica

Olivier Ribet, Executive Vice President, Europe, Middle East, Africa, Russia (EMEAR) di Dassault Systèmes racconta come i software per la progettazione in 3D possano essere di ausilio alle imprese industriali

Pubblicato il 11 Ott 2022

Olivier Ribet, Executive Vice President, Europe, Middle East, Africa, Russia (EMEAR) di Dassault Systèmes

L’uso delle moderne soluzioni software può aiutare concretamente le imprese a risparmiare energia e a essere più sostenibili. Ne è convinto Olivier Ribet, Executive Vice President, Europe, Middle East, Africa, Russia (EMEAR) di Dassault Systèmes che EnergyUp.Tech ha sentito in occasione del recente Dassault Systèmes Forum Italia di Milano. Con 290.000 clienti e 11 settori industriali in tutto il mondo, la società francese è capofila dei software per la progettazione in 3D, grazie alla sua piattaforma 3D experience. Che è basata sul concetto di virtual experience, un modello virtuale eseguibile di un sistema fisico che offre conoscenze e competenze acquisite dai processi del mondo reale per aggiornare il modello di gemello digitale. Tecnologie che possono naturalmente aiutare il mondo industriale, sempre più attento a tematiche come la progettazione circolare e, in tempi di caro energia, all’efficienza energetica. Che per Ribet, si traduce in un concetto molto semplice: “Fondamentalmente, si tratta di aiutare i nostri clienti a fare le stesse cose, utilizzando meno risorse”.

Il settore Building

Un caso è quello del settore Building dove, evidenzia il manager, c’è sempre il rischio qualcosa che va storto in fase di costruzione. “Ho recentemente discusso con una grande compagnia attiva nel mondo dell’elettricità: quando si tratta di modernizzare un edificio, occorre infatti anche migliorarne distribuzione elettrica. E spesso oggi la soluzione più pratica e conveniente è quella di tirare giù i muri, perché nessuno ha idea di dove si trovino esattamente i cavi. Con un virtual twin invece è possibile ricostruire esattamente la realtà dell’edificio, risparmiando energia, materiali, tempo e risorse. Oppure immaginiamo una compagnia di costruzioni che voglia offrire ai propri clienti la possibilità di personalizzare i propri appartamenti. Anche in questo caso, basta che un piccolo particolare non vada bene, ad esempio delle soluzioni di cablaggio che si rivelano inappropriate, che bisogna nuovamente abbattere tutto, con annessi sprechi. Il modello virtual twins permette così di fare un sacco di errori in fase di progettazione ma senza conseguenze sull’ambiente fisico. C’è poi un altro fattore da considerare: oggi è difficile dire che tipo di evoluzione e di utilizzo avrà un edificio nel corso del tempo. La pandemia lo ha dimostrato chiaramente, con alcuni alberghi che sono stati riconvertiti in workspace o edifici privati”.

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Gli effetti per il manufacturing

Questa capacità di evitare gli sprechi di materiali ed energia si adatta particolarmente alle esigenze della produzione industriale: “Quest’anno all’Hannover Messe abbiamo mostrato il caso di uno stabilimento industriale per le batterie, dimostrando come grazie alle nostre azioni di simulazione è possibile non soltanto simulare il funzionamento delle batterie ma anche il processo stesso di fabbricazione, rendendolo il più sostenibile possibile. Quando si sviluppano nuove batterie, bisogna avere a che fare con numerosi elementi chimici, ma se si usano metodi tradizionali si ha bisogno dai 3 ai 5 mesi per ottimizzare una linea di produzione. Sprecando inevitabilmente un sacco di materiali, energia e risorse. Se invece si fa tutto questo virtualmente, come nel caso del building, è possibile fare tutti gli errori del caso, in maniera sostenibile. In ambito industriale, poi, i virtual twins rendono più semplice la circolarità: se si produce in maniera tradizionale, è difficile riparare o riciclare le componenti. Al contrario la simulazione nelle fasi di design e progettazione rende nettamente più possibile la sostenibilità e la riciclabilità dei prodotti. Relativamente all’efficienza energetica, posso citare il caso di Omron, realtà attiva nella robotica industriale: abbiamo costruito insieme un robot più leggero e meno pesante (circa 16 kg in meno) e che dunque consuma meno energia, semplicemente sostituendo una piccola parte del robot con una realizzata con la stampa in 3D. Un discorso simile si può fare, in prospettiva, per gli stessi veicoli elettrici che pesano di più di quelli a combustione: occorre cercare di renderli più leggeri per farli consumare ancora meno energia”.

Il mondo energy

Un’altra area di interesse per Dassault Systems è quella del settore energetico vero e proprio che anzi, secondo Ribet, rappresenta uno dei principali driver di crescita dell’azienda in questa fase. “Ho avuto moltissimi incontri con compagnie del mondo energy che stanno modernizzando le proprie infrastrutture energetiche: queste realtà hanno di fronte la grande sfida dell’energy transition e anche del global warming, in particolare sul lato della mitigazione dei danni. Ci sono dunque grandi investimenti, favoriti anche da provvedimenti come il PNRR italiano che favorisce la digitalizzazione degli asset fisici”. Tutte partite, quella della sostenibilità e dell’efficienza, che Dassault Systems ritiene di poter meglio giocare rispetto alla concorrenza: “Abbiamo competitor nella simulazione, nel Cad, nel Plm o in altri ambiti, ma quello che abbiamo fatto è costruire una piattaforma che permette di formulare i componenti chimici per le batterie sino ad arrivare alla progettazione e produzione un aereo capace di volare. In altre parole: tutte le tecnologie che hanno costruito i nostri competitor non possono certo funzionare in un’unica piattaforma. Che invece si rivela fondamentale per reagire immediatamente a cambiamenti e problematiche come quelle che le aziende si stanno trovando ad affrontare”, conclude Ribet.

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Gianluigi Torchiani

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