Sostenibilità

L’idrogeno verde, quali progetti in Italia e in Europa

Una tecnologia “pulita” che può dare un notevole contributo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e al 2050. L’impegno di Enea, Snam, Enel, A2A e Italgas

Pubblicato il 01 Apr 2021

Gabriele Ferrieri

Presidente ANGI

L’Italia continua il suo lavoro sia nella lotta alla pandemia che nei programmi di sviluppo per la ripresa dell’economia del Paese. In quest’ottica la scadenza più prossima sarà a fine aprile con la presentazione da parte dell’Italia all’Europa del recovery plan per la spesa dei 209 miliardi dei fondi del programma Next Generation Eu. L’Italia sarà uno dei maggiori beneficiari e la responsabilità da parte della nuova compagine governativa guidata da Mario Draghi diventa sempre più forte. In questo panorama, ci si è soffermati più volte sul tema della transizione green e delle risorse energetiche, dato che lo stesso Recovery Fund prevede dei fondi appositi per incentivare e guidare la transizione energetica dell’Europa verso un modello green e sostenibile. In questa visione, l’idrogeno verde si configura come una delle soluzioni più efficaci per il futuro e con tutta probabilità uno dei nuovi vettori principali dei cambi di paradigma dei settori energetici in Italia e in Europa. Il mondo intero sta già lavorando in questa direzione, puntando tutto sulla crescita tecnologica per accelerare il processo di decarbonizzazione.

Il progetto Prometeo

Il nome, che richiama il mito greco del titano ribelle che rubò il fuoco agli dei per donarlo agli uomini, è anche l’acronimo ricavabile da Hydrogen PROduction by MEans of solar heat and power in high TEemperature solid Oxide electrolysers ovvero «produzione di idrogeno per mezzo del calore e dell’energia solare in elettrolizzatori a ossido solido ad alta temperatura. Questo, in sintesi, il progetto che vede tra le capofila ENEA – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile: ridurre i costi di produzione dell’idrogeno verde, ovvero quello prodotto da fonti rinnovabili, a meno di 2 euro al chilogrammo, grazie a una tecnologia che combina l’elettricità da fotovoltaico o eolico con il calore da solare a concentrazione.

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Riuscire ad abbattere i costi di questa fonte di energia è un passo fondamentale per seguire con maggiori forze nuove sperimentazioni e sfruttare il massimo potenziale da queste applicazioni. Il piano prevede investimenti per diversi milioni di euro, che arrivano sia dall’Europa che da altre realtà appartenenti sia alla società civile che al mondo corporate, per raggiungere insieme l’obiettivo prefissato e raggiungere nuovi traguardi per lo sviluppo di questo nuovo vettore energetico.

Il progetto prevede la realizzazione, in Italia, di un prototipo di elettrolizzatore a ossidi solidi da 25 kWe, in grado di produrre 15 kg di idrogeno al giorno, che in seguito verrà validato in Spagna presso un impianto fotovoltaico.

idrogeno verde

I piani dell’industria per l’idrogeno verde

Prosegue a crescere la tendenza che vede l’idrogeno verde al centro dei piani industriali di varie aziende. Tra gli esempi più significativi dell’ultimo periodo in Europa, il caso della francese Air Liquide che ha costruito il più grande elettrolizzatore PEM al mondo. In Italia, una delle aziende più vivaci sul tema è Snam che, al pari di altri operatori come Enel, A2A e Italgas, vedono questo nuovo trend come uno dei più promettenti per il loro percorso di decarbonizzazione e per rispondere alla domanda di energia sempre più crescente in Europa e nel resto del mondo.

Gli obiettivi di decarbonizzazione

Gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e al 2050 impongono alla ricerca di trovare nuove strade per produrre e sfruttare le fonti rinnovabili in modo ottimale e su larga scala. In questa visione è doveroso ricordare l’appello dell’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori che, facendosi portavoce del suo comitato tecnico scientifico di fronte alle audizioni parlamentari e ai tavoli governativi, ha evidenziato l’importanza di investire nelle energie rinnovabili per favorire il processo di transizione ecologica legata sia agli obiettivi dell’Agenda Onu 2030, sia per una maggiore competitività del settore energetico italiano alla pari dei suoi partner europei e degli altri paesi nel resto del mondo.

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