Mercato elettrico

Per sostenere la crescita delle rinnovabili serve un nuovo Market Design

Un Webinar organizzato da Althesys in occasione di Key Energy evidenzia come gli attuali meccanismi di formazione del prezzo elettricità non siano più adeguati alla nuova situazione, caratterizzata dalla forte presenza delle fonti pulite

Pubblicato il 10 Nov 2020

Per centrare gli ambiziosi obiettivi europei in materia di fonti rinnovabili non basteranno soltanto le tecnologie, ma occorrerà ridisegnare i complessi e delicati meccanismi che regolano il funzionamento del mercato elettrico nazionale. Questa la principale conclusione di “Ripensare il mercato elettrico per la transizione energetica. Il market design alla prova della decarbonizzazione”, uno speciale evento organizzato da Althesys che si è svolto in occasione della manifestazione Key energy. I punti di partenza sono abbastanza noti: il settore elettrico italiano è in una fase di forte trasformazione, sia in Italia che a livello globale, sia nella struttura industriale che nelle policy. Merito, in particolare dell’avanzata delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, che presenta numerosi aspetti positivi da un punto di vista ambientale ma che, sostanzialmente, sta rendendo superata l’attuale configurazione dei mercati elettrici. Vale a dire le modalità complesse attraverso la quale viene assicurato l’equilibrio tra domanda e offerta del sistema elettrico nazionale e, non meno importante, anche la remunerazione agli operatori del settore (i proprietari degli impianti elettrici).

Target al 2030 a rischio?

Tali meccanismi sono stati concepiti una ventina di anni fa e ora mostrano numerosi segnali di malfunzionamento, anche proprio per effetto dell’arrivo di enormi quantità di energia pulita a basso costo, che sconvolgono le dinamiche di un mercato concepito in tempi in cui le grandi centrali alimentate a fonti convenzionali dominavano incontrastate il settore elettrico. Un quadro che è destinato ulteriormente a complicarsi con il recepimento del Pacchetto Clima energia della Ue al 2030, il cui focus è concentrato sulla decarbonizzazione dei sistemi elettrici. Che contiene naturalmente di market design che, però, rileva Althesys, non risolvono alcune criticità del mercato come il sostegno agli investimenti verdi, la competizione tra le fonti, la presenza di incentivi, l’adeguatezza del sistema, la ripartizione degli oneri di sistema, eccc. Senza mutamenti sostanziali il rischio non è soltanto quello – molto dibattuto – della sicurezza, ovvero che il sistema elettrico non sia in grado di far fronte alla crescita delle rinnovabili non programmabili. Ma può affacciarsi anche un problema di adeguatezza: ovvero i meccanismi e i segnalo di prezzo potrebbero essere non adeguati alla mole di investimenti necessari in asset di generazione e infrastrutture previsti dalle Ue al 2030. Messa in altri termini: con l’attuale remunerazione del prezzo dell’energia, gli investitori potrebbero trovare non conveniente per i propri interessi economici investire in nuovi impianti a fonti pulite o nel riammodernamento di quelli convenzionali. Senza interventi, insomma, il raggiungimento dei target al 2030, per non parlare di quelli al 2050, è a forte rischio.

La trappola del prezzo marginale

Come hanno messo in evidenza gli operatori elettrici intervenuti al convegno di Altheysy, sul banco degli imputati c’è il meccanismo su cui si basa la Borsa elettrica, ovvero il prezzo marginale: si tratta di un meccanismo semplificato, grazie al quale tutti i produttori usufruiscono del prezzo di equilibrio tra domanda e offerta. Quest’ultimo rappresenta il costo applicato all’offerta più alta facendo riferimento a tutte quelle che sono state accettate per soddisfare la domanda. Ma, considerato che il fotovoltaico – a regime – ha un costo marginale praticamente nullo – per effetto della gratuità della materia prima – questo meccanismo viene profondamente distorto, tanto che ci sono stati in questi ultimi anni diversi casi di prezzi all’ingrosso dell’elettricità tendenti verso lo zero, in particolare nelle ore centrali della giornata. Le stesse proiezioni effettuate da Althesys evidenziano come l’incertezza sui prezzi futuri delle rinnovabili pesa fortemente sugli investimenti necessari, di durata almeno ventennale nel settore energetico. Le proiezioni condotte con i modelli di forecast elaborati attraverso migliaia di simulazioni sul lungo periodo da Net (New Electricity Trends di Althesys) realizzato in collaborazione con l’Università di Pisa, mostrano dei prezzi elettrici ‘catturati’ da eolico e fotovoltaico incompatibili con i costi prevedibili.

La necessità di un nuovo Market design

Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys

Una situazione a cui dunque occorrerebbe porre rimedio, garantendo dei segnali di prezzo efficaci per investimenti ad alta intensità di capitale. Senza per questo danneggiare i consumatori finali, vale a dire utenti e imprese. La parola che è aleggiata nel corso del webinar, oltre al ripensamento del prezzo marginale, è quella dell’avvio di un sistema di incentivi, che sostenga gli operatori elettrici nel loro percorso di decarbonizzazione del sistema elettrico nazionale.
“I risultati delle nostre analisi – spiega Alessandro Marangoni, ceo di Althesys – evidenziano che, in assenza di un nuovo market design e di adeguate policy per rinnovabili e accumuli, decarbonizzazione, sicurezza e adeguatezza del sistema elettrico sono difficilmente compatibili. I prezzi ottenibili da fotovoltaico ed eolico non sosterrebbero gli investimenti necessari. Oltre a rivedere la configurazione e i meccanismi di funzionamento del mercato, è necessario intervenire in modo deciso sul sistema di governance e sull’intera filiera delle procedure autorizzative”.

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Gianluigi Torchiani

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