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Pensilina fotovoltaica, cos’è e quando conviene installarla

Regole e criteri per costruire una pensilina fotovoltaica e rendere la propria casa o il proprio negozio energeticamente indipendenti

Pubblicato il 24 Mag 2022

La pensilina fotovoltaica è una tecnologia capace di aumentare l'indipendenza energetica

Come sfruttare al meglio una tettoia o un parcheggio coperto nel cortile della propria abitazione o attività commerciale? Ad esempio, installandovi un impianto solare e trasformandolo in una pensilina fotovoltaica per produrre energia elettrica. Soluzione che si adatta a qualsiasi tipo di terreno, accresce il valore dell’immobile e stimola la produzione e il consumo di energia rinnovabile, con benefici per l’ambiente e in bolletta.

Cos’è la pensilina fotovoltaica

La pensilina fotovoltaica è una struttura fissa che accresce la superficie dell’immobile. Tradizionalmente è adoperata in ambito privato, per allargare l’ombreggiatura, ma si trova anche negli spazi pubblici, in delle fermate dell’autobus dove consente di ricaricare i cellulari o i pannelli pubblicitari retro-illuminati.
A normarne la diffusione il Decreto Ministeriale del 19 febbraio 2007, che l’ha definita una “parziale integrazione architettonica” e ne ha previsto il posizionamento o l’integrazione dei moduli “nelle superfici esterne degli involucri degli edifici e negli elementi di arredo urbano e viario” senza “la sostituzione dei materiali che costituiscono le superfici d’appoggio stesse”.
Indispensabile alla sua realizzazione, e difficoltoso da ottenere nel caso di aree tutelate e vincoli paesaggistici, è il permesso di costruire. Si aggiungono la comunicazione al Comune di inizio attività o la procedura abilitativa semplificata e la pratica con il gestore di rete.

Capire se installarla in 3 mosse

Come detto, la presenza di una superficie esistente è la situazione ottimale per costruire una pensilina fotovoltaica. In questo modo, si evita ulteriore consumo di suolo e interventi murari o opere edilizie che possono rivelarsi lunghi e costosi. In alternativa, occorre progettare la struttura per ospitare i moduli solari affinché siano orientati per catturare i raggi solari nell’intero arco della giornata.
Per la struttura, alta solitamente tra i 3 e i 4 metri, i materiali più comuni sono quelli ignifughi, il legno o l’acciaio zincato a caldo con profilati sagomati ad omega rovesciata, che garantisce la canalizzazione dell’acqua in caso di pioggia. La copertura può assumere molteplici forme, è realizzata a vista e sui profilati senza base di appoggio per i pannelli così da favorire l’aerazione e garantire le performance.
Fatto salvo il contesto geografico e, in particolare, i carichi neve e il vento di zona, sono tre i fattori principali di cui tenere conto al momento della realizzazione. Innanzitutto, la direzione della copertura, che è ottimale quando la falda, ossia la spiovenza, è orientata a sud. In caso contrario, un calcolo dei costi e benefici è utile a capire se (e quando) si rientra nell’investimento iniziale.
Secondo fattore, la presenza di ombreggiamenti, che può diminuire il rendimento dei pannelli. In questo caso si possono installare gli ottimizzatori: sono dispositivi che rendono indipendente il singolo modulo, tramite l’allaccio diretto all’inverter, ed evitano che l’eventuale singoli calo produttivi diminuisca la resa complessiva del pannello.
La superficie è l’ultimo fattore di cui tenere conto: in linea teorica, una maggiore superficie equivale a una maggior produzione e consente di scegliere tra una gamma più ampia di moduli. In presenza di aree ridotte, meglio optare per pannelli con una potenza maggiore che si rivelano altamente performanti.

Tipologie di pannelli

Attualmente la distinzione principale è tra pannelli con celle in silicio policristallino e monocristallino. Il primo è considerato un materiale meno puro e i moduli occupano una superficie maggiore a parità di potenza. Il secondo garantisce efficienze superiori e resiste meglio alle sollecitazioni, per evitare microfratture che potrebbero comprometterne il funzionamento.
Se si vuole ridurre il peso della copertura, sono disponibili moduli in thin film o a pellicola sottile, dal minor rendimento. Per una maggiore resa estetica, si può optare per moduli vetro-vetro che consentono il passaggio della luce solare.
Quanto costa installare una pensilina fotovoltaica
Sul costo incidono molteplici fattori. Innanzitutto, il materiale adoperato per la struttura: per una pensilina di 20 mq in legno il costo è circa di 5.000 euro, per una in acciaio si sale a 8.000.
Tenendo conto del numero dei moduli solari, la spesa si aggira sui 6.000 euro, per 3 KW di potenza su 13,5 mq, o sui 10.000 euro, per 5,6 kW su 25 mq.
È molto comune decidere di abbinare una colonnina di ricarica per il proprio mezzo elettrico. In questo caso, bisogna aggiungere il costo della torretta da 1 o 2 kW per una superficie, rispettivamente, di 8 e 16 mq. Per alimentare non solo la vettura ma l’intera abitazione, ed essere energeticamente autosufficienti – caso in cui si parla di isola -, si deve installare anche un sistema di batterie agli ioni di litio. Con una potenza dai 2,5 kW sino ai 20,5 kW, la spesa si aggira tra i 3.000 e i 5.000 euro.
Ridurre la spesa è possibile con bonus green, ecoincentivi e sgravi fiscali. La costruzione di una pensilina fotovoltaica può rientrare tra gli interventi trainati del Superbonus 110%. La circolare 30/E dell’Agenzia delle Entrate del dicembre 2020, infatti, ha chiarito che “il Superbonus spetta anche nel caso in cui l’installazione sia effettuata in un’area pertinenziale dell’edificio in condominio, ad esempio, sulle pensiline di un parcheggio aperto”.

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Ivonne Carpinelli

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