Normative

Fit for 55, via libera del Consiglio Ue agli obiettivi più sfidanti per rinnovabili ed efficienza

Le fonti pulite dovranno garantire il 40% del fabbisogno Ue entro il 2030, mentre ci dovrà essere una riduzione dei consumi di energia del 9% rispetto al 2020

Pubblicato il 30 Giu 2022

Il pacchetto Fit for 55 è più vicino alla sua piena approvazione: nei giorni scorsi il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato  le sue posizioni negoziali (orientamenti generali) sulle due proposte legislative che affrontano gli aspetti energetici della transizione climatica dell’UE: la direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili e la direttiva sull’efficienza energetica. Un ambito fondamentale per la politica climatica dell’Unione, considerato che la produzione e l’uso dell’energia rappresentano il 75% delle emissioni dell’UE.  Dunque intervenire con decisione sull’energia dovrebbe consentire di raggiungere più rapidamente gli obiettivi del FiT for 55m con cui si punta a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Le decisioni sulle rinnovabili

Ma andiamo con ordine: in materia di fonti rinnovabili, il Consiglio ha stabilito di fissare un obiettivo vincolante a livello dell’UE del 40% di energia da fonti rinnovabili nel mix energetico complessivo entro il 2030, decisamente superiore rispetto a a quello attualmente in vigore (32%). Gli Stati membri dovranno aumentare i contributi nazionali stabiliti nei loro piani nazionali integrati per l’energia e il clima, da aggiornare nel 2023 e nel 2024, al fine di conseguire collettivamente il nuovo obiettivo.

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Inoltre, per far progredire l’integrazione delle energie rinnovabili nei settori in cui l’avanzata è stata più lenta, tra cui i trasporti, il Consiglio ha concordato una serie obiettivi e misure settoriali più ambiziosi. Innanzitutto è stato stabilito un obiettivo vincolante di riduzione del 13% dell’intensità dei gas a effetto serra nel settore dei trasporti entro il 2030. Gli Stati membri disporranno di più opzioni per conseguire tale obiettivo, ad esempio la possibilità di fissare un obiettivo differenziato per il trasporto marittimo, a condizione che l’obiettivo globale sia raggiunto  un obiettivo vincolante di almeno il 29% di energia rinnovabile nel consumo finale di energia nel settore dei trasporti entro il 2030.

Stabilita poi una roadmap per i biocarburanti avanzati nella quota di energie rinnovabili fornite al settore dei trasporti: dalla 0,2% nel 2022, su dovrà arrivare al 4,4% nel 2030, integrando l’aggiunta di una doppia contabilizzazione per questi combustibili. Per quanto riguarda i combustibili rinnovabili di origine non biologica nei trasporti (principalmente idrogeno rinnovabile e combustibili sintetici a base di idrogeno), il Consiglio ha concordato un sotto-obiettivo indicativo del 2,6%.

Il Consiglio ha deciso di aumentare gradualmente gli obiettivi in materia di energie rinnovabili per il riscaldamento e il raffrescamento, con un aumento vincolante dello 0,8% annuo a livello nazionale fino al 2026 e dell’1,1% dal 2026 al 2030. Il tasso medio annuo minimo applicabile a tutti gli Stati membri è integrato da ulteriori aumenti indicativi calcolati specificamente per ciascuno Stato membro.

Il Consiglio ha fissato un obiettivo indicativo di un aumento medio annuo dell’1,1% in termini di ricorso alle energie rinnovabili per l’industria. Non solo: il 35% dell’idrogeno utilizzato nell’industria dovrebbe provenire da combustibili rinnovabili di origine non biologica entro il 2030 e il 50% entro il 2035. Sfidanti anche gli obiettivi per il mondo dell’edilizia: è stato fissato un obiettivo indicativo di una quota di energia rinnovabile pari ad almeno il 49% per gli edifici nel 2030. Più in generale, i Governi Ue spingono per  procedure di autorizzazione accelerate per i progetti in materia di energie rinnovabili in linea con le priorità del piano RepowerEU proposto dalla Commissione nel maggio 2022.

Cosa cambia per l’efficienza energetica

Sul versante dell’efficienza energetica il Consiglio ha concordato di ridurre il consumo di energia a livello dell’UE del 36% per il consumo finale di energia e del 39% per il consumo di energia primaria entro il 2030. L’obiettivo principale di ridurre del 36% il consumo di energia finale a livello dell’UE – una volta ratificato – sarà  vincolante. Gli obiettivi utilizzano un nuovo valore di riferimento e corrispondono a un obiettivo di riduzione del 9% rispetto al 2020. Il consumo di energia finale rappresenta l’energia consumata dagli utilizzatori finali, mentre quello di energia primaria comprende anche ciò che viene utilizzato per la produzione e la fornitura di energia.

Particolarmente esposto all’efficientamento energetico sarà il settore pubblico, per cui è previsto l’obbligo specifico di conseguire una riduzione annuale del consumo energetico dell’1,7% o, in alternativa, almeno dell’1,9% ogni anno se si escludono i trasporti pubblici o le forze armate, che sarebbe vincolante quattro anni dopo l’entrata in vigore del regolamento, iniziando gradualmente con i comuni più grandi. Inoltre, il Consiglio ha convenuto che gli Stati membri sarebbero tenuti a ristrutturare ogni anno almeno il 3% della superficie totale degli immobili di proprietà degli enti pubblici.

Da notare che tutti questi annunci non sono ancora concreti: il Consiglio dovrà avviare negoziati con il Parlamento europeo, che però in questi anni è apparso sempre piuttosto favorevole a innalzare gli obiettivi in materia da fonti pulite ed efficienza. I numeri precedenti, dunque, potrebbero al massimo essere rivisti ulteriormente al rialzo.

“L’accordo degli Stati membri su queste due proposte segna un importante passo avanti nella lotta contro il riscaldamento globale. Per conseguire i nostri obiettivi in materia di clima è essenziale decarbonizzare i nostri sistemi energetici attraverso una diffusione massiccia delle energie rinnovabili e compiendo sforzi significativi in materia di risparmio energetico. In questo modo potremo ridurre anche la nostra dipendenza energetica dalla Russia, alla luce della guerra in Ucraina”, ha commentato Agnès Pannier-Runacher, ministra francese della Transizione energetica.

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