Prezzi

Caro energia: la crisi ucraina ha soltanto aggravato il problema

Nel primo trimestre del 2022, segnala un report di Falck Renewables, il PUN della Borsa elettrica ha conosciuto una crescita del 320% rispetto allo stesso periodo del 2021

Pubblicato il 03 Mag 2022

Il caro energia non è legato soltanto alla crisi ucraina, ma prende le mosse da una situazione che si era parecchio complicata già nei mesi precedenti: questa l’indicazione che arriva da Falck Renewables Next Solutions, che ha pubblicato il report sull’andamento dei prezzi dell’energia nel primo trimestre 2022. il confronto con il primo trimestre 2021 è impietoso: i prezzi dell’elettricità sono aumentati del 320% rispetto al primo trimestre 2021 (249.25 €/MWh vs 59,31 €/MWh). Il dato, però, non fa altro che confermare la tendenza di forte crescita già evidenziata nell’ultimo trimestre 2021, quando il prezzo medio dell’energia (PUN Prezzo Unico Nazionale rilevato sulla borsa elettrica italiana) aveva toccato una media  mensile a dicembre di 281,24 €/MWh, per un +420% rispetto a dicembre 2020 (54.04 €/MWh).

I dati relativi al primo trimestre 2022 evidenziano la stessa tendenza al rialzo: il PUN nei tre mesi analizzati viene registrato rispettivamente a 224.5 €/MWh a gennaio, 211,7 €/MWh a febbraio e 308,2 €/MWh a marzo,  segno che la guerra in Ucraina (scoppiata il 24 febbraio) non ha fatto che rafforzare la crisi del gas iniziata lo scorso anno. Il picco è stato toccato nella giornata dell’8 marzo, con un valore di 587,67€/MWh .

Secondo Falck Renewables, la situazione dell’andamento dei prezzi dell’energia è influenzata anche dai cambiamenti climatici: il freddo tardivo, abbinato a un’eccezionale carenza di piogge hanno causato un taglio del 50% della produzione di energia da idroelettrico nel nostro Paese. Questa situazione è stata parzialmente compensata da una buona produzione di energia eolica nel Sud Italia favorita da un inverno molto ventoso. Le regioni meridionali, infatti, hanno beneficiato più di tutte dell’elevata ventosità, riportando nel mese di marzo sconti sul prezzo giornaliero dell’energia anche di 180 €/MWh e 140 €/MWh dovuti alla maggiore immissione in rete di energia rinnovabile. a testimonianza, secondo Falck Renewables, che occorra sbloccare gli iter autorizzativi necessari all’installazione di nuovi impianti e allo sblocco di oltre 60 GW in attesa di autorizzazione. 

“I dati sono fondamentali per analizzare e programmare il futuro del nostro settore, e lo sono ancora di più in situazioni come quella attuale” spiega Luca Prosdocimi, Head of Trading di Falck Renewables Next Solutions. “Ecco perché da oltre due anni la nostra divisione fornisce a clienti e operatori un servizio di overview del mercato elettrico. Quest’ultimo report evidenzia in modo significativo l’escalation a cui i prezzi sono soggetti, con una visione che nello scenario attuale, purtroppo, non tenderà a migliorare”.

“Il report rilasciato conferma senza dubbio che per svincolarci dalla dipendenza strategica ed economica del gas dobbiamo puntare sempre di più sulle rinnovabili. È quindi chiaro come il settore sia strategico per lo sviluppo energetico del Paese e, di conseguenza, abbiamo bisogno che le Istituzioni supportino la sua crescita”, conclude Francesco Benvenuto, Head of Energy Management di Falck Renewables Next Solutions.

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