Analisi

Come rendere green un’infrastruttura di rete

Secondo Juniper Networks è possibile ridurre le emissioni derivanti dal loro uso grazie all’ottimizzazione energetica e attraverso l’automazione basata sull’intelligenza artificiale

Pubblicato il 18 Mag 2023

Il cambiamento climatico è una questione che nessuno può più ignorare, nemmeno i team IT. Negli ultimi anni, la trasformazione digitale su larga scala ha determinato un utilizzo sempre più intensivo delle infrastrutture di rete e ha posto maggiore enfasi sulla sostenibilità del networking. Secondo la Commissione Europea, entro il 2030 il consumo energetico del settore IT aumenterà del 28% e ciò evidenzia come la sostenibilità stia diventando sempre più importante per molti decisori del settore.

Ciononostante, un’indagine condotta su 650 decisori IT e 1200 impiegati nell’area EMEA per misurare la fiducia nella trasformazione sostenibile dei network aziendali ha mostrato che tra i manager la conoscenza in materia scarseggia; in Italia, infatti, solo il 29% dei dipendenti ritiene che nella propria azienda ci sia una comprensione profonda dell’impatto dell’IT sostenibile e dei metodi per poterlo realizzare. Tali risultati mostrano una lacuna nella conoscenza dei reali requisiti nonché delle criticità e delle opportunità del networking sostenibile.

Del resto, un networking sostenibile non consiste soltanto nella riduzione dei consumi energetici della rete o nell’utilizzo di un “packaging” ecologico e, proprio per questo motivo, è essenziale che gli IT leader comprendano i diversi elementi che contribuiscono alla sostenibilità delle infrastrutture.
Di seguito, alcune delle misure che gli IT manager possono adottare per rendere più sostenibili le proprie reti e ridurne l’impatto ambientale.

Una visione ampia della sostenibilità

Mario Manfredoni, country manager Italia di Juniper Networks

Nelle aziende dovrebbe esserci a tutti i livelli una profonda consapevolezza dei temi legati alla sostenibilità, che vada oltre il semplice taglio dei costi che l’infrastruttura di rete può consentire. Oltre alla diminuzione dei consumi energetici, infatti, sono molti i fattori che possono contribuire a ridurre l’impatto ambientale complessivo di un’infrastruttura di rete: la scelta dei fornitori di apparati e la supply chain, il ciclo di vita del prodotto e gli scarti totali. Le aziende devono verificare che i propri fornitori di rete lavorino insieme ai partner della supply chain per garantire operazioni responsabili, eque e sostenibili su tutta la catena del valore.

Nel valutare la riduzione degli scarti, le aziende devono considerare quelli legati all’effettivo utilizzo dell’energia consumata, al tempo di risoluzione delle inefficienze, ai rifiuti dell’hardware giunto alla fine del ciclo di vita e alla larghezza di banda inutilizzata.

Se si guarda oltre la semplice riduzione dei consumi energetici e si crea una rete caratterizzata da una supply chain più sostenibile e da ridotte necessità di manutenzione e presenza di tecnici, nonché capace di ridurre gli spostamenti a essa correlati e di minimizzare automaticamente gli sprechi di energia, allora si potrà ridurre l’impatto ambientale complessivo. Una visione ampia del concetto di sostenibilità è essenziale per realizzare una rete più ecologica ed efficiente.

L’automazione è cruciale

L’utilizzo effettivo di router o switch di rete è la principale fonte di emissioni e di consumi energetici, con una percentuale che va dal 75% al 95% del totale. Ridurre le emissioni derivanti dal loro uso grazie all’ottimizzazione energetica e attraverso l’automazione basata sull’intelligenza artificiale può fare un’enorme differenza. La network automation basata su intelligenza artificiale (AI) e machine learning (ML) è un processo che automatizza la pianificazione, l’implementazione, l’esecuzione delle operazioni e l’ottimizzazione delle strutture di rete. Ciò consente di sostituire le attività e i processi manuali in tutte le fasi del ciclo di vita della rete con applicazioni software capaci di svolgere tali attività e processi in modo ripetibile e affidabile.

Il software, inoltre, può fornire analisi predittive, fare raccomandazioni al personale addetto alle operazioni di rete e agire in modo indipendente, consentendo la riparazione automatica dei problemi di rete. In questo modo, è possibile ridurre sia il rischio di errore umano sia i lavori più ripetitivi per gli ingegneri. Tutto ciò contribuisce a creare un’infrastruttura complessivamente più “verde”, in cui si consuma meno energia per la risoluzione dei problemi.

La network automation riduce anche gli spostamenti per motivi di lavoro, perché le reti possono essere installate più velocemente e con la necessità di un unico intervento sul posto, il che permette di tagliare le emissioni legate ai trasporti. Una ricerca del settore ha mostrato come i team IT che gestiscono le infrastrutture di rete spesso dedichino al troubleshooting oltre il 40% del tempo lavorato, percentuale che può essere notevolmente ridotta se le reti vengono automatizzate. I network engineer, quindi, perderanno meno tempo negli spostamenti tra un sito e l’altro e nella risoluzione dei problemi, potendo lavorare più spesso da un luogo fisso e anche da casa.

Come sottolineato nel documento Day One Green di Juniper Networks, accanto ai risparmi derivanti dall’efficienza, l’automazione permette anche un taglio diretto e intelligente dei consumi grazie alla gestione energetica automatizzata. Un esempio è la possibilità di spegnere automaticamente gli access point a fine giornata, garantendo così che il consumo energetico sia ridotto al minimo quando in ufficio ci sono poche persone o nessuna. Gli access point si riaccendono, poi, in automatico in caso si acceda nuovamente a uno di essi.

Reti aziendali negli ambienti domestici

Lavorare da casa è diventato e probabilmente continuerà a essere la nuova normalità. Ciò non solo comporta dei vantaggi per i dipendenti, ma abbassa anche in modo significativo le emissioni di CO2. Secondo i dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, ad esempio, in Italia l’applicazione dello smart working permette anche di ottenere benefici a livello ambientale, riducendo le emissioni di CO2 di circa 450 Kg annui per persona. Tuttavia, una casa non può ospitare un buon ufficio senza una buona connessione a Internet.

Con l’estensione della rete aziendale fino ai contesti domestici, da un lato le organizzazioni garantiscono ai dipendenti una connessione eccezionale per il lavoro da casa, il che riduce gli spostamenti e contribuisce alla diminuzione delle emissioni di CO2; d’altro canto, una buona rete domestica incrementa la produttività dei dipendenti che lavorano dal salotto di casa. Una soluzione vantaggiosa per tutti.

Una gestione proattiva, anziché reattiva

Un approccio di gestione proattiva è un requisito fondamentale per una rete sostenibile e ben funzionante. In questo, l’automazione tramite AI è un elemento chiave. Una gestione proattiva consente di diminuire il numero di ticket IT, aumentare la soddisfazione degli utenti e ridurre la quantità di ingegneri e tecnici costretti a intervenire in loco per operazioni di troubleshooting.

La buona notizia è che, secondo la ricerca sopracitata, nelle aziende il tema della sostenibilità gode di grande supporto. Infatti, l’86% degli intervistati totali nell’area EMEA (85% in Italia) afferma di voler vedere nei prossimi 2-5 anni azioni più decise da parte delle proprie organizzazioni sul tema dell’IT e del networking sostenibile.

Guardare oltre i parametri di sostenibilità standard, come il consumo energetico, apre una serie di possibilità per rendere le reti più sostenibili. Di conseguenza, le organizzazioni non solo opereranno in modo più ecologico, ma diventeranno anche più efficienti e miglioreranno l’esperienza degli utenti.

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