Smart Energy

La decarbonizzazione passa dal miglioramento della qualità e disponibilità dei dati energetici

La Iea ha messo in evidenza come l’assenza o la sovrabbondanza di dati rappresenti un ostacolo per la transizione energetica

Pubblicato il 24 Ott 2023

Per costruire un sistema energetico a emissioni zero entro la metà del secolo e limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C, il mondo deve triplicare la capacità installata delle energie rinnovabili e raddoppiare il tasso annuale di miglioramenti dell’efficienza energetica entro il 2030. Tuttavia, la capacità aggiuntiva di fonti pulite che l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) prevede possa entrare in funzione entro la fine del decennio non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi internazionali sul clima. Secondo la stessa Iea, una spinta importante alla transizione energetica potrebbe arrivare dai grandi consumatori di energia, come aziende private e società, spesso e volentieri desiderose di ridurre le loro emissioni.

Carenza e sovrabbondanza di dati

Ma tra il dire e il fare ci sono di mezzo i dati: la carenza di informazioni rappresenta un ostacolo per i grandi consumatori che vorrebbero di accelerare la decarbonizzazione. In Asia, continente che rappresenta il 62% delle emissioni del settore energetico globale, ben 684 milioni di persone hanno pochi o nessun dato sulla loro offerta e domanda di elettricità. In questo contesto le industrie e le imprese che acquistano elettricità pulita faticano ad abbinare in modo sicuro i propri dati di consumo in tempo reale alle informazioni sullo stato della rete, l’intensità delle emissioni e il mix energetico al punto di consumo. Una situazione che complica non poco l’attuazione di strategie efficaci di decarbonizzazione.

Vero è in altri continenti la disponibilità di dati, compresi quelli sui prezzi all’ingrosso, è migliorata negli ultimi anni ma proprio questo incremento sta aumentando la complessità del sistema: in particolare, con la diffusione delle batterie, delle pompe di calore e dei veicoli elettrici, centinaia di migliaia di asset legati alla trasmissione e distribuzione dell’elettricità evolveranno in un ecosistema con milioni di punti dati.

Un altro problema è che i dati del settore elettrico sono spesso raccolti da diverse divisioni di servizio di aziende integrate verticalmente o sono distribuiti tra diverse entità legali nei mercati liberalizzati dell’energia. Questi “silos” ostacolano l’interoperabilità o la capacità di trasferire e utilizzare informazioni su diverse piattaforme. Inoltre, i dati che raccolgono possono variare per quanto riguarda il loro formato, creando problemi per i consumatori o i fornitori di servizi che cercano di aggregare dati, specialmente tra diverse giurisdizioni.

I consigli della IEA

Secondo la Iea, in definitiva, sui dati energetici ci sono cinque ambiti su cui lavorare, che hanno sempre a che fare con la lettera V:

  1. Volume, ovvero la quantità di dati generati, che può rendere i set di dati troppo grandi da memorizzare ed analizzare con la tecnologia di database tradizionale.
  2. Velocità, ovvero la rapidità con cui vengono prodotti nuovi dati e si muovono nei sistemi energetici, alimentando la necessità di un’elaborazione più veloce dei dati.
  3. Varianza, ovvero l’aumento dei tipi di dati che possiamo utilizzare, compresi i dati di consumo finale, le emissioni, l’operazione del sistema di alimentazione e le transazioni commerciali.
  4. Veridicità, ovvero il tema della affidabilità dei dati, che cresce con l’aumento della complessità dei sistemi energetici e la diversità dei dispositivi connessi.
  5. Valore, ovvero la capacità di estrarre informazioni di qualità da enormi quantità di dati e identificare le informazioni chiave.
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