Sostenibilità

La svolta green delle PMI passa da un nuovo modello di business delle Utility

L’Osservatorio Utility di Agici Accenture evidenzia come le Utility possano giocare un ruolo chiave nella trasformazione delle piccole e medie imprese, adottando un modello a piattaforma aperto ai contributi esterni

Pubblicato il 07 Mag 2021

Young engineer at modern office space, sitting at the table and working on computer. Focus on the wind turbine models on the table. Brick wall in background.

Il raggiungimento dei target europei in materia di decarbonizzazione e sostenibilità ambientale è di per se molto difficile da raggiungere, dal momento che gli obiettivi sono ambiziosi e la burocrazia italiana non facilita esattamente questo compito. Ma, senza dubbio, saranno impossibile da raggiungere senza coinvolgere attivamente le circa 300.000 Pmi italiane, che da sempre costituiscono l’ossatura del tessuto economico nazionale. Occorre convincere queste imprese a sposare temi come l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili e il controllo delle emissioni. Tutte sfide, naturalmente, che sono molto distanti dal business abituale delle PMI italiane, tra l’altro in questa fase alle prese con una difficile ripartenza. Secondo il recente Osservatorio Utility Agici-Accenture, il percorso di trasformazione energetica di questo gruppo di PMI potrebbe consentire una riduzione delle emissioni annuali di gas a effetto serra al 2030 fino a 60 milioni di tonnellate di CO2. Con vantaggi anche da un punto di vista economico: negli ultimi 3 anni, le PMI
quotate che hanno migliorato il loro profilo di sostenibilità hanno avuto performance superiori del 76% rispetto al resto
del mercato. Al momento, però, solo il 31% ha manifestato obiettivi correlati alla sostenibilità, a testimonianza che c’è ancora molta strada da percorrere.

Il ruolo delle utility

Un aiuto potrebbe arrivare dal PNRR, che punta esplicitamente alla riqualificazione digitale e sostenibile delle PMI e alla digitalizzazione e ammodernamento della PA. Quasi la metà del budget spettante all’Italia è infatti focalizzato su transizione energetica e digitalizzazione, dunque le risorse (oltre 80 miliardi di euro di investimenti) nei prossimi anni non dovrebbero mancare. Il problema, fondamentalmente, è da chi sarà realizzata questa svolta green delle Pmi italiane? Secondo Agici Accenture le Utility italiane potranno giocare un ruolo da protagonista, accelerando così in modo sostanziale il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità al 2030. Le Utility, infatti, possono vantare rapporti consolidati con le piccole e medie imprese e la pubblica amministrazione, facendone ne fanno degli attori privilegiati per lo sviluppo di questo percorso.

Il modello a piattaforma

Secondo Accenture, però, sarà comunque necessario un ripensamento del modello di business degli operatori energetici, che dovrà essere riorientato verso un modello a piattaforma: oltre alle classiche attività di produzione, distribuzione, fornitura, le utility dovranno diventare veri e propri orchestratori – o intermediari –  di un ecosistema in grado di mixare attività, prodotti e servizi propri con quelli di altri soggetti. Ma cosa si intende esattamente con modelli a piattaforma e perché diventeranno sempre
più importanti anche nel mondo dell’energia?  Secondo Michael A. Cusumano, docente del MIT di Boston e coautore del libro The Business of Platforms, si tratta di modelli che mettono insieme individui e organizzazioni in modo che possano innovare
o interagire in modi non altrimenti possibili, con il potenziale per generare aumenti non lineari di utilità e valore.

Oltre all’energia, potrebbero essere indirizzate scelte di economia circolare, con offerte per la gestione del ciclo rifiuti, supportando persino la digitalizzazione delle PMI con piattaforme “pronte all’uso” per la gestione aziendale, i pagamenti, l’e-commerce e il digital marketing. La chiave sarebbe quella di offrire alle PMI un’offerta inclusiva, standardizzata ma anche facilmente personalizzabile sulle specifiche esigenze. Ovviamente, le Pmi non acquisterebbero dalle utility i servizi a scatola chiusa ma soltanto in presenza di determinate condizioni e benefici: tra questi  un prezzo accessibile e collegato a benefici chiari e tangibili. Importante, inoltre, che l’investimento  richiesto sia quanto più possibile diluito nel tempo e legato alle performance o ai benefici ottenuti. I servizi devono essere implementabili e adattabili alle peculiari specificità in tempi rapidi e con facilità, minimizzando al contempo la complessità tecnica e amministrativa, associata alla realizzazione dell’investimento e alla sua gestione.

I casi di successo

Questa trasformazione del modello di business è parzialmente già in atto: all’interno del proprio piano strategico 2021-2023, il Gruppo Enel ha indicato i modelli di business platform-based come il principale elemento di trasformazione per il prossimo decennio all’interno del settore e, pertanto, come perno centrale della propria strategia. Oppure il Gruppo Repsol, che nel proprio piano strategico 2021-2025 pone le piattaforme di business come elemento centrale per avere successo nella transizione energetica. Lo studio Accenture evidenzia inoltre il continuo aumento il numero di piattaforme digitali realizzate da società energy, tra cui quelle volte a realizzare delle vere e proprie comunità energetiche all’interno delle quali gli utenti possono condividere tra loro energia autoprodotta,come nel caso della tedesca Sonnen.

L’impulso alla transizione energetica

Con questa logica, le Utility potranno guidare la riqualificazione energetica delle PMI e orientare i loro investimenti verso l’autoproduzione da rinnovabili, l’efficienza energetica e la mobilità sostenibile. Ma un discorso del tutto simile può essere fatto anche per la pubblica amministrazione: le Utility hanno il potenziale per supportare la pubblica amministrazione in tutte le fasi della riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico, dalla diagnosi energetica fino alla realizzazione e al monitoraggio degli interventi, guardando alla realizzazione delle Smart City.

Claudio Arcudi, Responsabile Energy & Utility di Accenture Italia

“La transizione energetica in atto offre un’occasione unica per le Utility per assumere un ruolo forte nel processo di rinnovamento del Paese e nella creazione di un ecosistema inclusivo e sostenibile in grado non solo di offrire servizi innovativi, ma di migliorare il conto economico, la reputazione e la competitività di PMI e PA, generando benefici rilevanti a livello sociale e ambientale con la riduzione di gas effetto serra, minore accumulo di rifiuti e miglioramento della qualità di vita delle persone. Si tratta di una logica di lungo periodo che impone un vero e proprio cambiamento culturale per generare un valore tangibile e condiviso” ha dichiarato Claudio Arcudi, Responsabile Energy & Utility di Accenture Italia.

“La recente approvazione del Piano di Ripresa e Resilienza pone le basi per un nuovo modello di sviluppo in grado di coniugare industria e ambiente. La vera sfida, tuttavia inizia ora, perché è da ora in poi che dalle parole bisognerà passare ai fatti e ciò richiederà grande impegno per tutti i soggetti coinvolti. È quindi confortante sapere che le Utility italiane hanno tutte le caratteristiche per mettere a terra” progetti concreti e utili per il Paese: un grande patrimonio di competenze tecniche e manageriali, un forte legame con i territori, una solida salute economico-finanziaria”, ha commentato Marco Carta, Amministratore Delegato di Agici.

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Gianluigi Torchiani

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