Ricerche

Per la transizione energetica occorre colmare il gap di flessibilità

Secondo uno studio promosso da Eaton, occorre bilanciare l’intermittenza delle rinnovabili, investendo ad esempio in infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici e in contatori intelligenti

Pubblicato il 08 Nov 2023

Per il pieno avvento della sostenibilità e della transizione energetica serve il giusto tasso di flessibilità, così da controbilanciare l’intermittenza e variabilità delle fonti rinnovabili. In questo senso va uno studio promosso da Eaton, secondo cui il rischio concreto è quello di andare incontro a un vero e proprio “gap di flessibilità”: l’unico modo per raggiungere questo obiettivo è invece incoraggiare gli investimenti in soluzioni in grado di supportare la risposta alla domanda, per esempio in termini di stoccaggio dell’energia. A questo scopo, è necessario attuare, a livello governativo, politiche che garantiscano mercati equi, trasparenti e facilmente accessibili, in grado di attrarre investimenti privati. Ad esempio aumentare il livello di sostegno alle tecnologie abilitanti, come per esempio investendo in infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici e contatori intelligenti, è una delle strategie da adottare per incrementare la flessibilità e quindi contribuire a colmare il gap.

Germania e Regno Unito indietro

L’edizione 2023 dell’Energy Transition Readiness Index (ETRI 2023) sviluppato da REA (Association for Renewable Energy and Clean Technology) e co-sponsorizzato da Eaton e da Foresight Group, confronta il grado di preparazione rispetto alla transizione energetica di 14 mercati nazionali dell’elettricità (Italia inclusa), analizzando per ciascun Paese, tra i vari parametri, il divario attuale della produzione energetica da fonti rinnovabili ed il livello di flessibilità associata di cui lo stesso avrebbe teoricamente bisogno per raggiungere gli obiettivi previsto dal piano FitFor55 per il 2030.
Partendo da queste premesse, la Germania e il Regno Unito si trovano ad affrontare il più grande divario di flessibilità; seguono Danimarca, Grecia, Irlanda, Paesi Bassi e Spagna. Solo Norvegia, Finlandia e Svezia sembrano in grado di colmare il gap con facilità: in questi Paesi la distanza è infatti minore, grazie al maggior accesso all’energia idroelettrica, ma anche per la presenza di mercati della flessibilità ben consolidati.

La situazione dell’Italia

L’Italia, insieme alla Francia, si trova in una condizione migliore rispetto ad altri Paesi vicini (grazie alla storica presenza dell’idroelettrico), ma entrambe le nazioni sono comunque chiamate a incrementare gli sforzi, se vogliono attrarre gli investimenti in flessibilità che saranno necessari da qui al 2030.
In particolare nell’ultimo decennio nell’ultimo decennio si è registrata una costante crescita nella generazione eolica e solare: il trend è stato confermato anche nel 2022, quando la produzione di energia da queste due tipologie di fonti è passata dal 14 al 15%. Entro il 2030 è previsto un aumento della produzione eolica e solare pari a 48 TWh.

La diffusione dei veicoli elettrici, nel nostro Paese, resta inferiore all’1%, rappresentando approssimativamente il 4% di tutte le nuove immatricolazioni (dati simili al 2021), sebbene l’infrastruttura di ricarica stia perseguendo uno sviluppo continuo. In materia di edifici, le pompe di calore coprono circa il 10% del mercato italiano, mentre è invece radicato l’utilizzo di contatori smart. Questi numeri sono visti in chiaroscuro da Alessio Nava, MD & Country Sales Leader Italy di Eaton, ha commentato: “Nel complesso, a livello italiano come anche europeo, vi è una chiara ambizione politica nei confronti della decarbonizzazione ed è ormai ben avviato il percorso verso la graduale eliminazione dei combustibili fossili. Nel nostro Paese, l’accessibilità alla rete è generalmente buona, ma ottenere consensi per progetti di energia rinnovabile può risultare difficile. La disponibilità delle risorse di flessibilità rimane limitata, anche per la complessità dei requisiti di conformità tecnica, che spesso comportano costi aggiuntivi”.

Allarga lo sguardo a livello europeo Frank Gordon, Director of Policy di REA (Association for Renewable Energy and Clean Technology): “Notiamo, positivamente, che tutti i Paesi analizzati nell’ETRI 2023 hanno obiettivi di decarbonizzazione ambiziosi. Quello che è necessario, in questo momento, è un’azione significativa per rimuovere gli ostacoli che il nostro settore deve affrontare nel Regno Unito e in Europa. Un’adeguata pianificazione a lungo termine, la definizione delle priorità, l’accelerazione delle riforme del mercato e la risoluzione urgente degli attuali ostacoli agli investimenti: sono tutti elementi disperatamente necessari per aiutarci a imboccare la strada giusta”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 4