Innovazione

Smart Grid: in arrivo oltre 30 miliardi di investimenti nei prossimi 20 anni

Secondo l’Irex Report 2020 di Althesys il 36% degli investimenti nel settore elettrico europeo sarà diretto proprio verso l’ammodernamento delle reti di trasmissione dell’elettricità

Pubblicato il 15 Giu 2020

Le Smart Grid sono destinate a giocare un ruolo cruciale nel settore elettrico europeo: secondo quanto mette in luce una specifica sezione dell’Irex Report 2020 di Althesys, in Europa, da oggi al 2040, il 36% degli investimenti nel settore elettrico sarà diretto alle reti, per un ammontare di circa 1.100 miliardi di euro. Lo sviluppo e l’ammodernamento delle infrastrutture elettriche è, infatti, cruciale per permettere la trasformazione del modello energetico verso una maggiore decentralizzazione e una più elevata sostenibilità ambientale. In questo senso occorre intervenire sulle reti di trasmissione, concepite per una generazione elettrica di tipo centralizzata, con un numero relativamente piccolo di grandi unità produttive. Un quadro che, come noto, è stato modificato – e lo sarà sempre di più – dall’irrompere sul mercato elettrico delle fonti rinnovabili. L’esplosione degli investimenti nelle smart grid di nuova generazione è correlato anche all’avanzamento del mutamento climatico, che porta con sè anche un aumento in frequenza e intensità gli eventi meteorologici estremi, che comportano la necessità di interventi per dare alle reti un adeguato livello di resilienza.

Dove vanno gli investimenti dei TSO

L’Irex Report ha analizzato i TSO (Transmission System Operator, in Italia Terna).delle maggiori nazioni europee (Germania, Francia, Italia e Spagna), individuando le principali linee strategiche per il futuro.  I piani industriali e i programmi decennali di sviluppo dei TSO sono accomunati dall’urgenza di aumentare significativamente il ritmo annuo degli investimenti: nel complesso i sette TSO esaminati prevedono di investire circa 120 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. Sebbene in contesti nazionali e regionali resi disomogenei da diversi fattori, nella pianificazione dei TSO si distinguono alcuni fattori chiave e linee di intervento ricorrenti. Questi operatori puntano infatti a rafforzare e sviluppare le interconnessioni interne e sovranazionali per superare i vincoli tecnici e naturali
che determinano congestioni e limitano l’integrazione dei mercati (in media circa il 45% degli investimenti).  Altro punto importante è l’ammodernamento delle reti, così da assorbire la crescente potenza rinnovabile, preparare il phase-out dal carbone, garantendo adeguatezza e sicurezza dei sistemi (40%). Allo stesso tempo, per i TSO è necessario accrescere flessibilità e resilienza (15%), anche attraverso tecnologie e modalità innovative per consentire lo sviluppo degli accumuli e l’operatività di nuovi attori (prosumer, aggregatori e comunità energetiche).

Ovviamente i singoli programmi dei TSO presentano anche alcune importanti differenze, derivanti dalla dislocazione territoriale del parco di generazione, dalla sua composizione attuale e futura, dalle caratteristiche climatiche che privilegiano alcune fonti e dall’età della rete esistente. In particolare in Germania,  il duplice phase-out del carbone e del nucleare, l’accresciuta distanza tra aree di produzione e consumo, i vincoli sulla rete interna, i ritardi nell’adeguamento e lo sviluppo dell’eolico marino determinano un imponente piano di investimenti: 80 miliardi di euro nei prossimi dieci anni.

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