Scenari

Utility: dopo un 2020 complicato, investimenti e fatturato attesi in crescita

Il calo dei volumi e dei prezzi dell’energia, evidenzia un report Agici, ha impattato sui conti degli operatori italiani, che mostrano però una buona capacità di resilienza e buone prospettive per il futuro

Pubblicato il 04 Feb 2021

La drastica caduta dei consumi energetici e la limitazione delle attività economiche conseguita alla pandemia ha avuto effetti non trascurabili sui conti delle Utility italiane che, però, sembrano avere la giusta resilienza per ripartire nei prossimi anni con una nuova stagione di investimenti strutturali. Questa la principale conclusione dello Studio 2020 realizzato da Agici sullo stato di salute economica e finanziaria e sulle strategie d’investimento dei principali player energetici italiani ed europei. In effetti, tra diminuzione dei consumi e dei prezzi dell’energia, il passo all’indietro dei fatturati è stato inevitabile: i ricavi aggregati sono passati da 193,6 miliardi di euro del 2019 a 173,5 miliardi di euro del 2020, segnando una riduzione del 10,4%. A incidere maggiormente sulla performance negativa è il cluster dei Gruppi Energetici (-12,2%), seguito da Gruppi Rinnovabili (-2,4%) e Multiutility (-2,1%). Gli operatori di Rete, invece, sono stati gli unici a presentare una crescita attesa positiva dei ricavi (+4,8%).

Margini in calo ma non per tutti

Più articolato, invece, è il discorso sull’Ebitda, ovvero il margine operativo lordo: la riduzione c’è stata (-15,2%), ma secondo Agici è imputabile esclusivamente a un attore del peso di Eni, che ha pagato in maniera estremamente pesante la drastica riduzione dei prezzi di petrolio e gas (-37% e -45% rispettivamente nei primi nove mesi del 2020 e al medesimo periodo del 2019) generata dal Covid-19. Sostanzialmente in linea con il 2019, invece, si stima l’EBITDA dei Gruppi Rinnovabili, mentre in lieve crescita il risultato sia delle Multiutility (+0,6%, che possono contare su un’offerta non strettamente legata all’energia) che degli Operatori di Rete (+2,8%). In un 2020 complicato, si è assistito a un calo del 10% degli investimenti aggregati realizzati nel 2020 dagli operatori italiani rispetto al 2019, ma secondo Agici il dato complessivo è in realtà legato alle specifiche condizioni di mercato. In particolare, nel 2020 le multiutility hanno  conosciuto un aumento degli investimenti del 9%, favorite dalla presenza in più comparti di business che ha consentito di diversificare il rischio.

Investimenti in calo nel 2020

In calo del 14%, invece, sono stati gli investimenti dei Gruppi Rinnovabili italiani, principalmente imputabile al rallentamento delle attività di sviluppo greenfield degli impianti FER.  Per i Gruppi Energetici si stima una riduzione del 19% delle risorse allocate, influenzata principalmente da Eni che nel 2020 ha tagliato del 35% il capex in risposta alla crisi senza precedenti in termini di riduzione di prezzo e di domanda che ha colpito il settore Oil&Gas a livello globale. Il segno più negli investimenti si rivede con gli operatori di rete (+6%): questi player operano quasi esclusivamente in business regolati, dove si può contare cioè una remunerazione certa. Se si allarga lo sguardo a livello europeo si nota però un aumento del 2,7% delle risorse allocate nel 2020 delle Utility europee: nel Vecchio Continente, gli investimenti, a differenza del contesto italiano, non sono stati trainati principalmente dalle reti, ma anche dallo sviluppo di nuovi impianti FER, nonostante il rallentamento delle attività di costruzione.

In arrivo investimenti per 65 miliardi di euro

In ogni caso, per il prossimo futuro, però. le aspettative sono sostanzialmente positive i ricavi aggregati 2020-2023 delle Utility italiane sono previsti in crescita con un CAGR (tasso di crescita annuo) del 7,7%, con una previsione di 203,4 miliardi di euro nel 2023.  Anche gli investimenti sono attesi in forte ripartenza: quasi tutti i player italiani hanno presentato nel corso del 2020 e a inizio 2021 nuovi Piani Strategici, programmando complessivamente investimenti per il periodo 2021-2023 di circa 65 miliardi di euro.  Le strategie di sviluppo, oltre che al business  delle reti, al quale sarà destinato la maggior parte delle risorse pianificate, sono orientate allo sviluppo di business quali trattamento rifiuti e riciclo di materia in ottica di economia circolare, della generazione da FER ed efficienza energetica. Tra le le diverse soluzioni programmate dalle società ci sono: l’incremento della capacità a gas, anche tramite la conversione degli impianti a carbone, la realizzazione di sistemi di storage su ampia scala e lo sviluppo di soluzioni innovative come la produzione di idrogeno rinnovabile.

Utility come architrave del sistema economico italiano

Come ha evidenziato Marco Carta, Amministratore delegato di AGICI, “Le Utilities continuano a rafforzare il loro ruolo di architrave per una ripartenza economica del Paese basata su sostenibilità, innovazione, circolarità e creazione di valore condiviso tra aziende, territori e persone. Le imprese italiane hanno reagito con prontezza e  orza alla crisi economica in atto e agli stimoli dell’Unione Europa varando piani strategici ambiziosi come mai prima in termini di investimenti e attenzione allo sviluppo e all’ambiente. Occorre un’azione di politica economia coordinata, forte e coesa per trasformare queste ambizioni in realtà: le risorse manageriali, finanziarie e tecnologiche delle Utilities, infatti, sono disponibili qui e ora”.

“Transizione energetica e sostenibilità sono le parole chiave che emergono dallo Studio. Accelerare su questi due temi significa accelerare la ripresa economica del Paese. In questo contesto il settore Energy & Utility può e deve diventare il motore della ripartenza ponendosi non solo come recettore di investimenti mirati, ma anche come abilitatore del cambiamento per l’intero ecosistema e, in primis, per la pubblica amministrazione e le piccole e medie imprese” ha dichiarato  Claudio Arcudi, Responsabile Energy & Utilities di Accenture Italia.

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Gianluigi Torchiani

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