Smart Energy

Utility italiane ancora in ritardo sulla digitalizzazione del rapporto con i clienti

Secondo un Report Minsait, solo il 28% delle aziende del settore Energy & Utilities ha instaurato una relazione con i propri clienti continuativa e duratura nel tempo

Pubblicato il 24 Feb 2023

La digitalizzazione serve alle utility non soltanto per migliorare il funzionamento dei propri impianti di generazione e trasmissione, ma anche per costruire relazioni migliori con i propri clienti (come abbiamo raccontato nel nostro libro dedicato alla Smart Energy). Ma su quest’ultimo punto c’è ancora molta strada da fare,  come mette in evidenza un rapporto presentato da Minsait e realizzato in collaborazione con gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.  In effetti, nonostante molte delle principali aziende italiane del settore abbiano già avviato iniziative per migliorare la conoscenza del cliente e costruire un’offerta omnicanale, occorre ottimizzare  aspetti come la migrazione al Cloud, l’integrazione tra i canali e la sicurezza.

Più nel dettaglio, solo il 28% delle aziende del settore Energy & Utilities ha instaurato una relazione con i propri clienti continuativa e duratura nel tempo. Il 54% riesce a farlo solo su alcuni canali e/o solo per alcune categorie di clienti (ad esempio i più fedeli) o di attività (ad esempio nel pre-vendita, ma non nel post-vendita). Mentre il 18% delle imprese interagisce con i propri clienti solo nel momento dell’effettiva vendita del servizio. 

Il 31% delle aziende nel settore Energy afferma di essere in grado di riconoscere i propri clienti sui touchpoint (che per il settore sono prevalentemente: i punti vendita proprietari, i siti web proprietari e l’email, seguiti dal contact center), mentre il 66% riesce ad allineare solo alcuni dei canali (ad esempio quelli digitali) e il 3% delle imprese non è in grado di riconosce i clienti quanto si interfacciano con i touchpoint aziendali. Il livello di conoscenza e interazione con i clienti è ostacolato anche dalla mancanza di una reale integrazione tra i canali di contatto. Solo il 12% delle aziende, pur avendo una gestione a silos, dichiara di aver instaurato alcuni meccanismi di coordinamento, più o meno strutturati, fra le funzioni che gestiscono i diversi canali. 

Venendo invece all’aspetto tecnologico più stretto, il report Minsait conferma una minore pervasività del Cloud pubblico nelle utility rispetto alla media nazionale, con un maggior numero di imprese che utilizza il Cloud in modo limitato o sporadico. Inoltre, le imprese del settore hanno una maggiore propensione alla gestione internalizzata dei dati dei clienti, che vengono gestiti prevalentemente nel Data Center on-premise. Le caratteristiche più apprezzate del Cloud pubblico dalle aziende del settore sono l’integrabilità degli strumenti, legata all’utilizzo di architetture modulari ed API, e la scalabilità degli strumenti rispetto a nuove esigenze o al mutare di quelle inizialmente definite. Tra le criticità riscontrate dalle aziende nell’adozione del Cloud pubblico per i canali di contatto e vendita ci sono le preoccupazioni legate alla sicurezza dei dati, seguite dalla localizzazione dei dati stessi, soprattutto quando si fa riferimento ai grandi hyperscaler internazionali con Data Center diffusi in tutto il mondo, e dalla gestione della contrattualistica (entrambe criticità riscontrate dal 71%).

Qualche motivo di preoccupazione arriva sul versante sicurezza: la frequenza di accesso degli utenti ai servizi online, tipicamente costituiti da un’area personale di controllo dei consumi e di gestione della bollettazione, è ancora piuttosto scarsa, così come è scarso il livello di rischio percepito e associato ai dati scambiati. Proprio per questo motivo le imprese nel settore prediligono l’utilizzo di sistemi con un singolo fattore di autenticazione (68%), rispetto a soluzioni di autenticazione multi-fattore (7%) che garantirebbero una maggiore protezione. Questo si traduce in un ricorso superiore alla media a credenziali più tradizionali, come username e password (67% contro il 54% negli altri settori produttivi italiani). In compenso, un termini di attività di security assessment, il settore utility/energy sembra essere caratterizzato un profilo più virtuoso. La totalità delle aziende nell’ambito svolge, infatti, attività di security assessment periodiche. Inoltre, l’attenzione nei confronti dell’adeguamento normativo appare superiore alla media nazionale: tutte le aziende del settore ha completato i propri progetti di adeguamento al GDPR, e il 95% segue anche i requisiti imposti dalla PSD2.

“Il percorso delle aziende Energy & Utilities verso la creazione di una relazione coerente e integrata con i propri clienti è già in corso, anche se c’è ancora margine di miglioramento. Nei prossimi anni, le principali realtà del settore dovranno puntare sull’integrazione dei canali di contatto fisici e digitali; sul miglioramento della sicurezza nell’accesso ai servizi online e sull’accelerazione della migrazione verso il Cloud”, ha affermato Erminio Polito, direttore Energy & Utilities di Minsait in Italia.

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