Scenari

Vincenzo Ranieri, e-distribuzione: la rete come piattaforma per accelerare la transizione energetica

A colloquio con l’amministratore delegato di e-distribuzione. Accelerare i percorsi di digitalizzazione per sostenere decarbonizzazione ed efficienza. Il ruolo dei Digital Twin e dell’Internet of Things

Pubblicato il 10 Feb 2023

È salito sul palco di Cisco Live, l’evento – tornato realmente “live” dopo tre anni – che Cisco dedica alla community dei suoi clienti e partner, per raccontare come le tecnologie, le soluzioni e la vision del vendor americano si sposino con il percorso di digitalizzazione non solo di e-distribuzione, ma anche con le strategie necessarie per raggiungere gli obiettivi fissati dal Green Deal europeo.
Abbiamo dunque avuto l’opportunità di intervistare Vincenzo Ranieri, CEO di e-distribuzione, sugli obiettivi della società e del ruolo che le tecnologie e le strategie digitali possono avere nel supportare una transizione verso un ecosistema energetico totalmente decarbonizzato, sostituendo dunque la produzione fossile con energie rinnovabili, nel contempo cercando di raggiungere anche l’indipendenza energetica.

La rete come piattaforma: un obiettivo su cui lavorare

“La crisi, e non solo quella degli ultimi due anni – ci ha spiegato -, ha imposto una riflessione non solo industriale ma anche politica, per capire come garantire al continente un’indipendenza energetica per evitare di essere esposti o agli shortage di combustibile fossile o agli shock delle commodity”.
Contestualmente, è questo un punto chiave, bisogna favorire il demand management, ripensando il mercato energetico “non soltanto guidato dalla produzione qualunque essa sia, ma anche da una partecipazione reale della domanda”.
Questo aspetto rappresenta, nella visione di Ranieri, una istanza che i policy makers europei stanno recependo e che richiede lo sviluppo di un sistema di regole, regolamenti e regole tecniche per capire come far accedere il mercato della domanda al mercato energia.
“Ci vuole un framework tecnico e normativo per capire cosa vuol dire negoziare con i clienti una riduzione dei consumi in determinati momenti della giornata a fronte di una remunerazione da parte del mercato”.
Per poter attuare questo modello, serve una piattaforma.
E quale migliore piattaforma che non le reti di distribuzione?
“Le reti di distribuzione sono una piattaforma naturale e se vengono utilizzate anche come piattaforma di mercato favoriscono proprio l’interazione tra domanda e offerta”.
La base infrastrutturale c’è, spiega Ranieri, sottolineando come in Italia già vi siano 1,2 milioni di produttori attivi, un numero per altro in crescita sia in Italia come in tutta Europa. “Abbiamo già un’offerta di energia dai produttori di rinnovabili, dai sistemi di accumulo. La mobilità elettrica, per sua natura, integra accumulatori che possono erogare energia. Ecco allora che il digitale diventa l’abilitatore di questa interazione tra domanda e offerta”.

Investire in innovazione

E se è vero che gli ultimi due anni hanno fatto registrare una importante accelerazione in tal senso, va detto che gli attori del mondo energy hanno iniziato questo percorso già qualche tempo fa.
Ranieri ricorda come Enel negli ultimi vent’anni abbia investito 20 miliardi di euro nelle infrastrutture di rete.
“Questi 20 miliardi in ricerca e sviluppo hanno consentito di ridurre del 50% i costi operativi, di migliorare la qualità del servizio di oltre il 60% e ridurre l’impatto sulla tariffa, tanto è che in Italia abbiamo le tariffe di distribuzione più basse d’Europa”, dichiara.
“C’è quindi un modello win-win che lega l’aumento degli investimenti in digitalizzazione, ricerca e sviluppo all’impatto su qualità dei servizi e tariffe”.
Ranieri, dunque, parla della digitalizzazione non solo come istanza industriale ma anche come istanza strategica per favorire e accelerare l’evoluzione.
“Le reti sono un acceleratore della transizione energetica e quindi come tali hanno legittimamente un peso, una responsabilità che deve essere comunque garantita anche finanziando e favorendo questo sviluppo in digitale”.

Il ruolo dei Digital Twin

Tra le leve tecnologiche di questa strategia digitale, un ruolo importante è giocato dai Digital Twin.
“Già quattro anni fa abbiamo depositato il marchio Network Digital Twin, un progetto per altro premiato dalle Nazioni Unite come uno dei progetti di sostenibilità più evoluti del mondo”, racconta Ranieri.
Enel, di fatto, sta creando una replica digitale della propria infrastruttura, scannerizzando tramite LIDAR tutte le infrastrutture, sia quelle visibili sia all’interno delle cabine. Un progetto che intanto consente di progettare in digitale nuove infrastrutture.
“Stiamo portando il BIM, che tipicamente si applica al mondo dell’edilizia, verso il mondo dell’energia. In Italia il modello è già attivo e lo stiamo esportando in altri siti del perimetro Enel”.
Il Digital Twin consente di simulare il comportamento della rete sotto determinate sollecitazioni, “allenando” le nuove soluzioni sul Network Digital Twin prima di replicarle in campo.
Questo aspetto, che era nato in ENEL come un’istanza industriale è diventato oggi una istanza della Commissione Europe.
A dicembre, Vincenzo Ranieri, in qualità di presidente dell’Ente EU DSO e Hervé Laffaye, presidente dell’Assemblea ENTSO-E alla presenza del Commissario europeo per l’Energia Kadri Simson, hanno firmato una dichiarazione di intenti proprio per promuovere la creazione di un Digital Twin di tutte le infrastrutture europee.
“Mi fa piacere che non sia più un’istanza soltanto di qualche operatore. È il segno che in Europa, nonostante le tante difficoltà che abbiamo sul fronte l’energia, c’è una visione decisamente molto illuminata su questo tema”.

Gli investimenti sul fronte Internet of Things

Importanti sono anche gli investimenti sul fronte dell’Internet of Things.
Nel 2021 è stata costituita una società, Gridspertise, (il 50% del cui capitale è oggi in mano al fondo CVC – ndr), con l’obiettivo di raccogliere tutto il know how tecnologico di Enel sulle smart grid e sviluppare soluzioni hardware e software per favorire un utilizzo strutturale dell’Internet of Things.
“Ovviamente al centro abbiamo lo smart meter, che per sua natura è il sensore naturale, peraltro molto evoluto, ma stiamo utilizzando anche le nostre infrastrutture secondarie. Noi abbiamo oltre 400.000 cabine secondarie in Italia, che sono i nostri nodi periferici. Oggi la cabina diventa in sé un punto di raccolta di informazioni non solo elettriche, ma anche ambientali: stiamo spostando intelligenza sugli impianti secondari, perché questa raccolta dei dati ci consente sicuramente di ottimizzare la gestione della rete in logica predittiva ma ci permetterà in futuro di fornire servizi anche ad altri stakeholder della comunità, come ad esempio la Protezione Civile”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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